
L’influenza colpisce ogni anno in Italia circa 4 milioni di persone, per arrivare a 8 milioni negli anni di picco, generando un impatto molto rilevante per il nostro sistema sanitario. “Ogni anno, 1 anziano su 2 non è coperto dalla profilassi vaccinale antinfluenzale ed ha un rischio molto elevato di avere complicazioni che portano alla ospedalizzazione e, nei casi più gravi, al decesso. Molti studi dimostrano il valore della profilassi vaccinale in generale ed in particolare nel caso dell’influenza non solo per gli anziani, con età superiore a 65 anni ma anche nei pazienti cosiddetti fragili, cioè i cronici (adulti e bambini), gli immunodepressi, le donne in gravidanza e nelle cosiddette categorie a rischio, a partire dagli operatori sanitari. Eppure i dati ci dicono che non vacciniamo soprattutto le categorie dei più fragili. La corretta informazione e il dialogo tra specialisti e medicina del territorio sicuramente è uno dei fattori prioritari su cui agire”, afferma Francesco Vitale, Professore Ordinario di Igiene e Presidente della Scuola di Medicina dell’Università degli Studi di Palermo.
“Comprendere a fondo le ragioni dei bassissimi livelli di copertura vaccinale tra gli operatori sanitari (mediamente tra il 20 e il 30%) e intervenire con vari strumenti e su molteplici livelli, dai meccanismi di comunicazione/formazione ai meccanismi di monitoraggio e incentivazione è indispensabile”, aggiunge Michele Conversano, Direttore del Dipartimento di Prevenzione, Asl Taranto e Presidente Alleanza Italiana Invecchiamento Attivo Happy Ageing. “Proteggere i pazienti con cui gli Operatori Sanitari vengono a contatto è un dovere etico e deontologico e deve coinvolgere tutte le professionalità. Alcuni interventi concreti potrebbero essere: introdurre la vaccinazione antinfluenzale tra i requisiti di qualità delle strutture sanitarie e ospedaliere, l’obbligo di registrare l’eventuale dissenso alla vaccinazione da parte degli Operatori Sanitari, inserire i target di copertura degli OS tra gli obiettivi dei Responsabili delle strutture sanitarie, ospedaliere e dei Distretti.”
Il ruolo del Medico di Medicina Generale diventa indispensabile per un nuovo modello di organizzazione integrata del sistema di prevenzione vaccinale. “Il rapporto di fiducia, la prossimità tra il MMG e il paziente e la conoscenza dei bisogni assistenziali dell’assistito rendono il Medico di Medicina Generale un canale di accesso efficace e rapido alla profilassi vaccinale”, dichiara Tommasa Maio, Responsabile Nazionale Area Vaccini, FIMMG. “La piattaforma NetMedicaItalia, realizzata da FIMMG, raccoglie i dati delle cartelle cliniche dei pazienti in carico e ci permette di monitorare le stagioni influenzali in corso. Occorre inoltre superare il tema dell’età dei 65 anni e ampliare l’offerta anche alla popolazione attiva per fare prevenzione sullo sviluppo delle complicanze delle cronicità.”
“L’epidemiologia dell’influenza non è prevedibile”, spiega Giancarlo Icardi, Professore Ordinario, Direttore del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Genova e Direttore del Settore Igiene dell’Ospedale San Martino. “L’arrivo del vaccino quadrivalente rappresenta un rilevante passo avanti in termini di efficacia per rispondere al problema di matching tra ceppi contenuti nel vaccino e virus circolanti. Questo aspetto è particolarmente importante perché un aumento dell’efficacia della vaccinazione comporta anche un aumento della fiducia delle persone verso questo tipo strumento di immunizzazione e l’aumento della probabilità che questi soggetti continuino a vaccinarsi negli anni successivi.”