Lazio. Percorso Regionale per l’Implementazione della Medicina di Precisione nei Territori Italiani

Si è concluso in regione Lazio il VI tavolo di lavoro regionale del progetto Percorso Regionale per l’Implementazione della Medicina di Precisione nei Territori Italiani, creato dal gruppo APMP – Associazioni Pazienti Insieme per il Diritto alla Medicina Personalizzata in Oncologia, con il supporto di Roche e in collaborazione con Deloitte, con l’obiettivo di “promuovere la corretta esecuzione della medicina personalizzata sul territorio locale e nazionale”. L’evento, riporta l’agenzia Dire, ha visto gli esperti confrontarsi sul tema della rete dei Centri NGS regionali, della Rete Oncologica Regionale e del Molecular Tumor Board, con l’intento di costruire percorsi chiari e personalizzati per i pazienti. Secondo gli ultimi dati, in regione Lazio si stima che siano diagnosticati ogni anno circa 34.500 nuovi casi di cancro, che rappresenta circa l’11% delle nuove diagnosi di tumore registrate in Italia nel 2022. Il numero delle nuove diagnosi è in costante aumento per molteplici fattori, tra cui la diffusione degli screening o di altre forme di diagnosi precoce di alcuni tumori, l’aumento dell’aspettativa di vita e i costanti miglioramenti negli anni di sopravvivenza dal momento della diagnosi.

Nel Lazio sono stati definiti 4 centri NGS pubblici, che gli organizzatori auspicano possano essere messi in rete fondamentale anche con Centri privati convenzionati, con accesso al fondo stanziato a livello nazionale per adenocarcinoma polmonare e colangiocarcinoma, secondo i criteri stabiliti dai Dm del 30.9.2022 e del 6.3.2023. “Recentemente la Regione Lazio ha definito una rete di laboratori pubblici come centri NGS, senza tener conto della medicina convenzionata”, dichiara il prof. Giuseppe Perrone, direttore UOC Anatomia Patologica, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma. “Ci si auspica che nel prossimo futuro questa rete di ospedali pubblici non sia altro che un nucleo di partenza che poi possa permettere di mettere in rete tutta la Sanità laziale con una regolamentazione che dia la possibilità ai pazienti di ricevere il test e le cure nell’ospedale presso cui hanno deciso di essere presi in carico.”

La Regione ha definito una Rete Oncologica organizzata secondo un modello di Comprehensive Cancer Care Network, il cui obiettivo è valorizzare il ruolo centrale dell’alta specializzazione, che però non risulta essere ancora effettivamente operativa. In regione Lazio non è stato istituito un MTB regionale, ma vi sono vari MTB aziendali che lavorano in maniera diversa senza comunicare tra di loro, in mancanza anche di una piattaforma informatica regionale di condivisione dei dati: “Nell’innovatività del modello mutazionale, il Molecular Tumor Board ha la necessità di valutare un numero elevatissimo di geni per riuscire a cogliere il panorama dei meccanismi di controllo della crescita neoplastica di un tumore che non risponde più alla prima o al massimo alla seconda linea di terapia”, afferma il prof. Paolo Marchetti, direttore scientifico IDI IRCCS Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma, presidente FMP. “È importante che il nostro Paese abbia a disposizione una piattaforma che sia in grado di garantire, attraverso l’acquisizione di miliardi di dati clinici, le migliori opportunità di cura.”

“È fondamentale istituire una modalità per poter avere accesso ad una aggregazione di dati che possa permettere di far capire l’impatto clinico dei test NGS e dei MTB, così come identificare e istituire una rete di centri di anatomia patologica qualificati per l’attività diagnostica di esecuzione dei test NGS”, dichiara il prof. Gennaro Ciliberto, direttore scientifico IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma. “In futuro sarà sempre più importante la biopsia liquida come strumento per le anatomie patologiche per diagnosticare in maniera esatta la malattia in fase avanzata.”

“Il compito fondamentale delle Associazioni pazienti è di sostenere i pazienti, ma, partendo dal presupposto che uniti si vince, si può raggiungere lo scopo di garantire un equo ed uniforme accesso alla medicina di precisione su tutto il territorio nazionale, in modo che anche i pazienti lontani dai centri urbani abbiano le stesse possibilità”, dichiara la dott.ssa Antonella Iadanza, membro CDA, Fondazione IncontraDonna. “Nello stesso modo in cui ad esempio le Associazioni pazienti hanno ottenuto che si riconoscesse legislativamente la figura del caregiver familiare, colui che si prende cura di un parente disabile.”