Le 10 azioni prioritarie per combattere il diabete

A distanza di un anno dalla Dichiarazione di impegno firmata a Berlino, l’obiettivo di specialisti e associazioni pazienti è quello di fare il punto sui risultati raggiunti nei singoli Paesi e sollecitare nuovamente la revisione degli attuali modelli assistenziali per agire più precocemente nella prevenzione, diagnosi e cura, garantendo accesso alle terapie di nuova generazione in un quadro di appropriatezza prescrittiva. Per questo specialisti, associazioni di pazienti e policy maker, provenienti da 25 Paesi, si sono ritrovati a Roma per la terza edizione del Global Diabetes Policy Forum.

Per quanto riguarda l’Italia, il gruppo di lavoro composto da tutti gli stakeholder della patologia (Ministero della Salute, policy maker, specialisti, medici di medicina generale e associazioni pazienti) ha individuato gli elementi di maggiore criticità ancora presenti in molte Regioni del Paese. Ecco dunque le 10 azioni prioritarie della Road Map dell’Early Action per combattere il diabete:

1) Garantire al paziente la continuità del percorso di gestione integrata attraverso un’offerta omogenea di soluzioni organizzative come dal Piano Nazionale Cronicità e nel rispetto delle specificità regionali;

2) Definire ruoli, responsabilità e competenze professionali dei vari attori che partecipano alla gestione integrata del percorso;

3) Valorizzare il ruolo del personale infermieristico all’interno del team multidisciplinare nelle attività di prevenzione, counseling e follow-up;

4) Investire in programmi di formazione e aggiornamento continuo della classe medica, a partire dalla medicina generale;

5) Garantire alla medicina generale la possibilità di utilizzare gli strumenti terapeutici più appropriati ed efficaci attraverso l’apertura alla prescrizione di tutti i farmaci antidiabetici di nuova generazione, in stretta collaborazione con gli specialisti;

6) Realizzare campagne educazionali e informative per i cittadini per promuovere una maggiore attenzione agli stili di vita e la corretta conoscenza della patologia diabetica;

7) Incentivare programmi di formazione per le associazioni di pazienti per un maggior coinvolgimento e responsabilizzazione nel percorso di cura;

8) Promuovere la ricerca attiva di soggetti a rischio con programmi di screening opportunistici per migliorare la diagnosi precoce;

9) Superare i limiti tecnici di interoperabilità tra sistemi informativi per lo scambio delle informazioni e potenziare le infrastrutture tecnologiche;

10) Definire e monitorare indicatori di processo e di esito omogenei a livello nazionale con l’obiettivo di migliorare la programmazione sanitaria e l’allocazione delle risorse.

“È urgente quindi che anche in Italia si arrivi ad una presa in carico dei pazienti integrata, che preveda un ruolo attivo dei medici di medicina generale nella prescrizione delle terapie di nuova generazione per garantire il rispetto dell’appropriatezza, l’accesso uniforme alle migliori cure disponibili per i pazienti”, dichiara Antonio Ceriello, Direttore del Dipartimento di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie Metaboliche IRCCS Multimedica e firmatario della Dichiarazione di Berlino. “È necessario – commenta Rita Lidia Stara, Vice Presidente di Forum Diabete – tener presente non solo la condizione clinica del paziente ma anche il suo contesto sociale e ambientale. Una stretta collaborazione tra cure primarie e cure specialistiche anche in Italia non può più attendere.”