Attenzione alla somministrazione di benzodiazepine, farmaci assunti essenzialmente come ansiolitici, che secondo una recente pubblicazione possono essere dannosi per il cervello degli esseri umani e in particolare degli anziani, dove aumenterebbero il rischio di demenza. Gli autori della ricerca hanno valutato i risultati di numerosi studi già pubblicati (matanalisi) per un totale di 66mila pazienti. È stato osservato che le benzodiazepine erano associate a un aumento del 78% del rischio di demenza; i pazienti psichiatrici che assumevano benzodiazepine avevano un rischio addirittura 4 volte superiore di sviluppare anche demenza.
Gli ansiolitici sono farmaci che abbassano i livelli d’ansia; alcuni tra questi sono utilizzati in modo specifico per indurre il sonno, e in tal caso sono indicati anche col termine di ipnoinducenti, ipnoinduttori o ipnotici. Dopo i comuni anti-infiammatori, gli ansiolitici della classe delle benzodiazepine sono i farmaci in assoluto più usati al mondo. Ansia, attacchi di panico, gravi e persistenti difficoltà a prendere sonno o la presenza di un sonno disturbato da prolungati risvegli notturni hanno come conseguenza la stanchezza, l’irritabilità, la difficoltà a svolgere il proprio lavoro ed in generale provocano un peggioramento della qualità della vita. I farmaci ansiolitici più usati sono appunto le benzodiazepine (tavor, xanax, rivotril, valium, ansiolin, en, frontal, lexotan, prazene, control, lorans). Lo studio è stato pubblicato su Neuroepidemiology e suggerisce che i clinici, e i medici in generale, debbano essere cauti nel prescrivere benzodiazepine, soprattutto ai pazienti psichiatrici.