Da alcuni giorni è possibile consumare le carni, a livello domestico e privato, dei cinghiali abbattuti in azioni di depopolamento all’interno delle zone di restrizione individuate per il contenimento e il contrasto della peste suina africana. La Giunta regionale ha infatti approvato un’apposita delibera, contenente le indicazioni: tra queste, è previsto che il consumo sia possibile solo nel caso in cui la cattura sia avvenuta in un territorio in cui non siano stati individuati casi positivi da almeno 3 mesi e, come da disposizioni nazionali stabilite dall’ordinanza del Commissario il contrasto alla PSA, solo in caso che il test della malattia sull’animale sia negativo. “L’aspetto più rilevante dell’apertura all’autoconsumo nelle zone di restrizione II coincidente con l’etica venatoria pone le premesse per il continuo coinvolgimento dei cacciatori nell’attività di depopolamento”, dichiara il presidente ad interim con delega all’Agricoltura, Alessandro Piana. “Ricordo, tra i fattori positivi di questo provvedimento, l’utilizzo a tappeto dei controlli sanitari oltre a un risparmio per l’Amministrazione, visti gli alti costi di smaltimento delle carcasse. Ricordo che la PSA non è pericolosa per l’uomo, per cui distruggere carni sane, negative ai controlli sanitari era doppiamente oneroso sia sul profilo contabile che, come già detto, per l’etica venatoria”, afferma. “Nelle prossime settimane, saremo in grado di apprezzare la risposta del mondo venatorio al nuovo quadro normativo di riferimento.”
“Questo provvedimento – dichiara l’assessore regionale alla Sanità, Angelo Gratarola – in linea con le indicazioni di salute umana e veterinaria recepisce l’ordinanza del commissario straordinario alla peste suina africana.”