L’Italia è uno dei primi Paesi al mondo per ricorso agli antinfiammatori, la cui associazione con gastroprotettori determina un notevole impatto economico sulla spesa farmaceutica. In realtà, il loro utilizzo andrebbe limitato al dosaggio minimo efficace e al più breve tempo possibile. A dirlo è la letteratura scientifica oltre alle più recenti disposizioni delle Autorità regolatorie italiane e europee, secondo cui il consumo cronico di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e degli inibitori selettivi della COX-2 (COXIB) può indurre effetti collaterali a livello epatico, renale, gastrointestinale e importanti eventi avversi di natura cardiovascolare. A tale proposito, la nota n.66 dell’AIFA li sconsiglia nei pazienti interessati da scompenso cardiaco moderato e grave, cardiopatia ischemica, patologie cerebrovascolari e arteriose periferiche.
“CardioPain – dichiara Sergio Gigliotti, Presidente nazionale ASON, la società scientifica che riunisce gli specialisti ortopedici, reumatologici e fisiatri operanti negli ambulatori territoriali – è un utile strumento volto all’appropriatezza prescrittiva nel paziente cardiopatico affetto da dolore cronico, mediante l’utilizzo di una scheda di dimissione ospedaliera che, in conformità con le disposizioni della nota AIFA, riporta, a seconda della patologia cardiovascolare rilevata, una serie di limitazioni all’utilizzo dei FANS. L’appropriatezza prescrittiva – continua Gigliotti – è un obiettivo fondamentale di salute pubblica oltre che di contenimento e di razionalizzazione della spesa sanitaria. Circa ottanta ospedali hanno a tutt’oggi adottato il modello di dimissione ospedaliera così proposto e tre Regioni, ovvero Campania, Piemonte e Marche, hanno rilasciato una nota che raccomanda l’adozione della scheda CardioPain all’atto della dimissione ospedaliera. Per questi motivi ASON sostiene il progetto, auspicandone una sempre maggiore diffusione tra operatori sanitari, farmacisti e medici di medicina generale”.