Lo stanziamento di 8milioni di euro si aggiunge ai 12 già stanziati lo scorso anno per “consentire ai Medici di Medicina generale di avere a disposizione personale di studio e dare piena operatività alle Aggregazioni Funzionali Territoriali AFT affinché si integrino nel modello di riorganizzazione della rete delle cure primarie all’interno del polo territoriale delle Asst, vale a dire Distretti, Case e Ospedali di Comunità, Centrali operative territoriali”. Questo per “garantire una proficua interazione tra territorio, ospedale e specialisti ambulatoriali che operano all’interno del sistema sanitario regionale, in particolare nelle Case di Comunità”. È quanto prevede la delibera relativa alla pre-intesa sull’Accordo Integrativo Regionale 2023 di Medicina generale.
“Per far funzionare veramente la medicina del territorio è indispensabile che le Aggregazioni Funzionali Territoriali introdotte dal nuovo Accordo trovino la loro piena operatività”, dichiara l’assessore al Welfare, Guido Bertolaso. “Attraverso le AFT, infatti, i Medici di Medicina generale possono, all’interno del Distretto dell’Asst, lavorare in rete con gli specialisti, contare su personale amministrativo e infermieristico e utilizzare la telemedicina e il telemonitoraggio. Tutte condizioni che oltre a migliorare le cure per i pazienti potrà contribuire a decongestionare i Pronto soccorso e a dare vita a Case e Ospedali di Comunità.”
Una parte degli incentivi dei medici viene destinata attraverso le AFT “al raggiungimento di obiettivi di salute e per garantire la continuità dell’assistenza e la contattabilità”: “Per esempio – spiega Bertolaso – per consentire la presenza di almeno 1 medico dell’Aggregazione anche al sabato, quando in genere gli studi sono chiusi, oppure al paziente di uno dei medici aggregati di essere ricevuto quando il suo è indisponibile”. Tutti i medici dell’AFT contribuiscono in proprio o per delega sulla base di progettualità condivise all’espletamento di diverse attività nell’ambito di riferimento (quando possibile nel contesto della Casa di Comunità o di forme associative avanzate) che, a titolo di esempio, possono essere vaccinazioni; vaccinazioni domiciliari; screening; test diagnostici anche tramite telemedicina; promozione della salute e counselling; attivazione ADI che può essere riorganizzata con strumenti di teleassistenza e telemonitoraggio, anche con utilizzo di personale infermieristico. Nel documento è confermato anche l’ulteriore stanziamento di 1,8milioni “per incentivi ai medici che prestano servizio nelle aree disagiate e disagiatissime”.