Dal report presentato al XIX Congresso ACD dell’Area Culturale Dolore e Cure Palliative della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia intensiva SIAARTI, che fotografa la situazione di 305 strutture operative, emerge che circa il 50% dei pazienti che afferiscono a un centro di terapia del dolore sono affetti da low back pain, il 30% da osteoartrosi, mentre solo l’11% dei pazienti presenta dolore cronico per fibromialgia. “Questo dato evidenzia che nell’ambito della fibromialgia i terapisti del dolore sono visti ancora come figure secondarie nel percorso di cura”, commenta il prof. Arturo Cuomo, coordinatore del Gruppo di studio. “Su questo aspetto dobbiamo mettere in campo, evidentemente, maggiore impegno in termini di offerta, anche alla luce delle previste patologie dolorose nei long-Covid.”
Nel corso della presentazione è stata sottolineato l’importante ruolo che potrebbe svolgere la telemedicina nell’ambito della medicina del dolore: “È innegabile che il COVID-19 ha portato all’accelerazione di tutti i processi di utilizzo nel campo dell’assistenza sanitaria. In questo contesto anche la medicina del dolore, in talune realtà, ha già iniziato un percorso di presa in carico attraverso la telemedicina. In particolare credo che, anche allorquando sarà stata superata la pandemia, sarà sempre più frequente e diffuso il ricorso, nei nostri protocolli diagnostico-terapeutici, al teleconsulto, al telemonitoraggio e alla teleassistenza, come parte integrante della normale pratica clinica.”
“Il Censimento nasce dall’esigenza, da parte di SIAARTI, che è la Società Scientifica di riferimento della Disciplina specialistica che include la Medicina del Dolore, di scattare una fotografia aggiornata delle caratteristiche delle strutture che erogano servizi di terapia del dolore in ciascuna regione italiana”, dichiarano Flavia Petrini, presidente SIAARTI, e Franco Marinangeli, coordinatore scientifico del Congresso e responsabile Sezione Medicina del Dolore e Cure Palliative – SIAARTI. “Questo permette alla stessa SIAARTI ed a tutto il sistema sanitario di individuare i gap su cui sarà necessario impegnarsi maggiormente nell’immediato e nel prossimo futuro.”