Luci Rosa dal fiume Tevere all’Isola Tiberina per la prevenzione del tumore mammario

Anche quest’anno, il Fatebenefratelli accende di rosa l’Isola Tiberina, nel mese che la Regione Lazio dedica alla prevenzione della neoplasia mammaria. Nel suggestivo scenario dell’Isola, la fiaccola simbolica per l’accensione dell’Ospedale è arrivata dal fiume Tevere, per mano delle canottiere del Corso di Canottaggio integrato presso la Canottieri RAI, grazie alle barche messe a disposizione dal Reale Circolo Canottieri Tevere Remo. La torcia è stata consegnata dall’attrice Milena Miconi, anche lei in forze presso il gruppo del Corso, nelle mani della ballerina e conduttrice Samanta Togni, madrina dell’evento, e del giornalista sportivo Marco Lollobrigida, alla presenza di Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio. L’iniziativa è promossa dalla Breast Unit del Fatebenefratelli, il Centro Integrato di Senologia diretto da Patrizia Frittelli, per rimarcare il costante impegno del gruppo multidisciplinare al fianco delle donne nel percorso di prevenzione e cura della patologia mammaria. “Come da tradizione ormai consolidata, l’Ospedale si accende di rosa. Questo è tuttavia un anno particolare”, commenta Frittelli. “Questo Ottobre Rosa 2021 deve essere un invito, a tutte e a tutti, alla reattività, alla riconquista di quella cultura della prevenzione che nel nostro Paese vanta una tradizione straordinaria e che il Covid ha pesantemente colpito.”

“Il Canottaggio integrato è un’attività sportiva d’elezione nella riabilitazione fisica e psicologica di molte donne che hanno affrontato, o stanno ancora affrontando, sfide impattanti sulla propria salute”, afferma Nicolò Cavalcanti, responsabile del progetto. Le luci si sono accese in occasione del Bra Day, Giornata Internazionale per la Consapevolezza sulla Ricostruzione Mammaria, al culmine della conferenza online organizzata nel corso della mattinata al Fatebenefratelli – Isola Tiberina dalla Società Italiana Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE) con altri 33 Centri italiani aderenti all’iniziativa: chirurghi e professionisti esperti hanno risposto alle domande delle donne che hanno partecipato all’incontro, sui molteplici aspetti della ricostruzione del seno nelle pazienti in trattamento. “I danni legati al periodo di emergenza, in cui, soprattutto durante i mesi di lockdown, non sono stati eseguiti esami di screening e spesso è stato adottato uno stile di vita poco sano porteranno a conseguenze negative sulla salute che sarà possibile analizzare solo a distanza di anni”, spiega Frittelli. “Secondo dati ESMO, Società Europea di Oncologia Medica, a seguito delle diagnosi mancate di tumore del 2020, si prevede un incremento di nuovi casi oncologici del 21% entro il 2040.”

Per il primo anno, l’invito alla prevenzione e alla consapevolezza è diretto anche agli uomini. “Insieme a Samanta Togni, che già da tempo ci sostiene nelle nostre iniziative, sarà il giornalista sportivo Marco Lollobrigida ad aiutarci a centrare un altro goal”, conclude Frittelli. “La nostra Breast Unit quest’anno dà voce a una vera e propria ‘chiamata all’appello’ anche verso gli uomini. Lanceremo infatti uno studio, promosso dal Centro di ricerca Alleas, in collaborazione con la 24Ore Business School e la Fondazione Magna Grecia, per indagare il livello di conoscenza e consapevolezza degli uomini rispetto a un problema che colpisce 1 donna su 8 e che rappresenta una sfida complessa per le donne, ma anche per gli uomini che sono loro accanto.”

“La prevenzione del tumore al seno inizia sin dall’adolescenza, con uno stile di vita corretto”, spiega Frittelli. “Sovrappeso e obesità, spesso legati proprio alla scarsa attività fisica, rappresentano un potente fattore di rischio per lo sviluppo del tumore della mammella e per le recidive. In Europa, negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali, circa il 40% dei nuovi tumori è potenzialmente evitabile. Se consideriamo che il 38% dei pazienti oncologici ha una vita sedentaria, è possibile prevedere quali saranno gli effetti futuri del lockdown imposto dalla pandemia. Si calcola che con l’adozione di uno stile di vita sano sia possibile evitare almeno 150mila nuove diagnosi di cancro ogni anno.”

La brusca frenata degli screening oncologici e delle sane abitudini abitudini e degli nell’ultimo anno ha certamente rappresentato uno degli “effetti Covid” più pesanti in termini di Salute pubblica. Secondo l’Osservatorio Nazionale Screening, sono oltre 4milioni gli inviti saltati e 2,5milioni gli esami non eseguiti, che si sono tradotti in almeno cinque mesi di ritardo per l’effettuazione di screening oncologici. In particolare, nel 2020 sono oltre 750mila le donne in Italia che non hanno eseguito la mammografia. L’impatto di questi numeri è tangibile: nel 2020 sono state diagnosticate circa 3.300 neoplasie mammarie in meno rispetto al 2019, con rischio quindi di una diagnosi in fase più avanzata e con una prognosi peggiore.

Oltre allo stile di vita, importante alleato della prevenzione contro il tumore al seno rimane la diagnosi precoce, con modalità diverse in base all’età: fino ai 40 anni, è indicata la semplice autopalpazione (in assenza di fattori legati a forte familiarità e/o a mutazione genetica, o a pregressa radioterapia della parete toracica); in caso di comparsa di eventuali sintomi (noduli, alterazione cutanea, secrezioni) è raccomandata l’esecuzione di ecografia mammaria. Dopo i 40 anni, l’indicazione è di effettuare una mammografia annuale accompagnata da eventuale ecografia mammaria in base alla densità del seno. Per la fascia 50-75 anni, lo Screening Regionale prevede l’esecuzione di 1 mammografia ogni 2 anni e – se necessari – ulteriori approfondimenti diagnostici di 2° livello; dopo i 75 anni, è raccomandata la mammografia biennale.