Ludopatia. In Veneto giocati più di 5miliardi, Lanzarin: “Dati preoccupanti sui quali lavoriamo intensamente”. Al via a Padova il progetto Cambio Gioco

In Veneto, il solo gioco d’azzardo regolarmente censito ha raggiunto l’incredibile cifra di 5miliardi (5.001.716.000 euro), rispetto ai 2,954miliardi del 2020. Una crescita che preoccupa per l’aspetto patologico della ludopatia, che pur riguardando tutte le fasce d’età ha negli ultimi anni toccato sempre più i giovani. A questa “piaga”, che porta con sé seri problemi di salute personale, familiari e sociali, è dedicato il progetto Cambio Gioco, realizzato dall’Ulss6 Euganea e finanziato dal Ministero della Salute. Dal 10 marzo 2025, l’iniziativa ha promosso incontri, dibattiti e relazioni di esperti trasmessi sui canali social dell’Azienda Sanitaria di Padova, affrontando una serie di tematiche legate alla prevenzione, con approfondimenti su salute, educazione, filosofia, neuroscienze e relazioni di cura.

“Da questa meritoria iniziativa emerge tutta l’importanza della prevenzione anche sul gioco d’azzardo, una patologia grave, ma curabile se intercettata precocemente”, dichiara l’assessore regionale alla Sanità, Servizi Sociali, Programmazione Socio-Sanitaria, Manuela Lanzarin, intervenendo nei giorni scorsi all’evento conclusivo, cui hanno preso parte, tra altri, il direttore generale dell’Ulss, Paolo Fortuna; il presidente della Conferenza dei Sindaci, Filippo Giacinti; il responsabile dell’Ufficio Pastorale Giovani della Curia Padovana, che si occupa specificamente di tali problematiche, Don Diego. “Come Regione abbiamo una legge specifica dal 2019, che organizza e regola la prevenzione, l’intercettazione della persona ludopatica, la cura e infine la riabilitazione. Un percorso completo e opportuno, perché i dati ci dimostrano che bisogna sempre di più lavorare, informare, sensibilizzare, prevenire, coinvolgere le Scuole con le agenzie educative, soprattutto perché, parlando di giovani, abbiamo di fronte il problema del gioco on line che non è intercettato. Nelle nostre Aziende Sanitarie – afferma ancora – ci sono Ambulatori dedicati, operanti nei Serd e nei Dipartimenti legati alle dipendenze e comunità riabilitative dedicate. Non si deve abbassare la guardia, perché il fenomeno è in crescita soprattutto tra i giovani e le conseguenze della ludopatia sono gravi sia dal punto di vista sanitario, che sociale, che famigliare.”

L’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori riscontra una crescita esponenziale, che appare “attualmente inarrestabile”. Anche se non vi sono ancora dati consolidati da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, si stima che la raccolta complessiva derivante dal gioco d’azzardo lecito nel 2024 abbia raggiunto in Italia il record di 160miliardi di euro, somma ben superiore al Fondo Sanitario Nazionale; di questa cifra si stima che circa il 54% sia riferibile al gioco online, mentre circa il 46% sia relativo al gioco su rete fisica. In Veneto, il giocato complessivo per la sola rete fisica si attesta sui 5 miliardi di euro (5.028.763.922,69 nel 2023 vs 5.001.716.842,51 nel 2024). Il numero di apparecchi per il gioco appare in lieve flessione: le VLT (video lottery terminal) sono 5.506 nel 2024, mentre le AWP (amusement with prices) o cosiddette new slot sono 19.888; nel 2023 erano rispettivamente 5.524 e 20.082. Le Sale VLT sono 377 nel 2024, mentre gli Esercizi AWP sono 4.009. Un quadro, viene sottolineato, che a fronte del numero di strutture e apparecchi relativamente stabile descrive un fenomeno che ha importanti ricadute sul piano sanitario, socio sanitario e sociale: “Ciò è vero in particolare, oltre che per le persone che soffrono di disturbo da gioco d’azzardo, per le famiglie, che spesso arrivano alla disperazione prima di chiedere aiuto”.

Inoltre, il dato italiano sulla prevalenza di gioco d’azzardo tra gli studenti risulta superiore alla media europea: il 45% dei ragazzi intervistati ha giocato almeno 1 volta nel corso dell’anno e, di questi, il 7% mostra un profilo di gioco-problematico. Negli ultimi 2 decenni, a causa soprattutto della crescente popolarità di smartphone e tablet, i videogiochi sono diventati sempre più diffusi e gli utenti giocano sempre più spesso su questi dispositivi. Tra gli interpellati, il 64% ha giocato con i videogiochi almeno 1 volta nel corso dell’anno e il 53% ha utilizzato i social media per oltre 2 ore al giorno. In questo caso, i ragazzi passano il doppio del tempo a giocare rispetto alle ragazze (84% vs 44%). I social sono invece più utilizzati dalle femmine (62% vs 44% dei maschi).