Le anomalie vascolari costituiscono un problema di grandissima rilevanza sul piano medico e sociale, in quanto si tratta di patologie invalidanti che si manifestano in età pediatrica, giovanile e adulta e possono comportare severe implicazioni emodinamiche, funzionali, ma anche estetiche e psicologiche. Due le entità principali: gli angiomi e le malformazioni capillari piane, queste ultime impropriamente denominate “angiomi piani”. Gli angiomi, veri e propri tumori benigni secondari ad una proliferazione dei vasi capillari, colpiscono il 2-3% dei nati a termine e sino al 22% dei prematuri. Possono localizzarsi in qualunque regione anatomica ma nel 60-70% dei casi si localizzano al distretto cefalico, potendo determinare importanti problematiche funzionali, per esempio quando si formano in area perioculare o nasale o raggiungono grandi dimensioni. Gli angiomi generalmente crescono in maniera tumultuosa nei primi mesi di vita quindi si assestano per regredire progressivamente negli anni successivi. Le malformazioni capillari piane sono più rare, coinvolgono circa lo 0,3% dei nuovi nati e sono caratterizzate da una anomalia dei vasi capillari superficiali che si mantengono permanentemente dilatati determinando la caratteristica colorazione rosso accesa delle lesioni. A differenza degli angiomi non regrediscono ma si accrescono durante la vita proporzionalmente allo sviluppo del corpo. Anche in questo caso si localizzano per più al volto causando un grande disagio relazionale e psicologico.
“Quando l’angioma cresce in corrispondenza di apparati importanti come gli occhi o il naso – afferma il dott. Davide Brunelli, Dirigente Medico Divisione Dermatologia Ospedale M. Bufalini di Cesena e Referente Scientifico di Syneron Candela – è importante intervenire subito, fin dai primi mesi di vita, per evitare di ostacolare il normale sviluppo della vista o per evitare che l’angioma determini danni irreversibili a strutture importanti quali le cartilagini nasali. Il trattamento più utilizzato in questi casi è di tipo medico e consiste nella somministrazione di un beta bloccante, il propranololo, in grado di determinare un arresto della crescita e una involuzione dell’angioma. Successivamente alla stabilizzazione della neoformazione è possibile intervenire con i laser per correggere le eventuali imperfezioni vascolari che possono persistere anche dopo la terapia medica. Per le malformazioni capillari piane, al contrario, non esiste per ora un trattamento analogo ma è possibile ottenere una marcata involuzione degli elementi mediante l’utilizzo del ‘dye laser’ che emette un’onda luminosa che coagula selettivamente i capillari rossi lasciando inalterata la pelle. Per questo motivo possono essere trattati i bambini sin dai primi mesi di vita e questo permette sia una migliore risposta al trattamento che la precoce normalizzazione della cute agevolando così un inserimento sociale meno traumatico per i piccoli pazienti.”