La maggior parte delle donne “insoddisfatta del proprio seno”. Conseguenze anche per la prevenzione

La maggior parte delle donne non è soddisfatta del proprio seno: alcune, o meglio la maggior parte, lo desiderano più grande; altre, in numero decisamente minore, sognano una o più taglie in meno. Meno di un terzo è contenta delle proprie misure. È quanto emerge da quello che è stato presentato come il più grande studio interculturale che indaga il rapporto delle donne con il proprio seno. Il campione preso in considerazione, 18.541 donne, distribuite in 40 nazioni, pur con alcune differenze, mostra una certa omogeneità nel modo in cui le donne vedono sé stesse: a prescindere dall’etnia e dalla nazionalità, la maggior parte delle donne sogna un seno diverso da quello che ha.

Per avere un’idea delle proporzioni, poco meno della metà (48%) vorrebbe qualche taglia in più; il 23% desidererebbe invece ridurre le proprie misure; meno di un terzo (29%) si dice contenta del seno che ha. La questione è molto meno frivola di quanto potrebbe apparire a prima vista. L’insoddisfazione verso il proprio aspetto fisico può avere ripercussioni anche sulla salute della persona, e in particolare sugli autoesami, che nel caso del seno sono un fattore di prevenzione fondamentale. I ricercatori hanno infatti evidenziato una connessione nelle risposte delle intervistate tra chi non era contenta del proprio seno, e chi non è assidua nella palpazione e nell’auto-esame. Infatti, le donne che si sentono scontente, insoddisfatte, o addirittura in imbarazzo per la forma e l’aspetto delle mammelle, hanno dichiarato di eseguire molti meno controlli a casa. Tra le intervistate, 1/3 ha infatti dichiarato di non aver mai eseguito auto-controlli, o averlo fatto raramente. Il 55% si recherebbe da uno specialista, se si accorgesse che c’è qualche cambiamento nell’aspetto del proprio seno, o qualcosa di diverso dal solito. Una su 10, e questo è il dato che più salta all’occhio, ritiene che cercherebbe di rimandare il più possibile la visita dal senologo.

Una scarsa o nulla abitudine all’auto-esame si traduce prima di tutto in una conoscenza insufficiente della propria conformazione, che rende più difficile l’individuazione tempestiva di eventuali variazioni. Inoltre, controlli saltuari o assenti possono ritardare la diagnosi di carcinomi e neoplasie, rendendo le cure più difficoltose. La diagnosi precoce è fondamentale per aumentare l’efficacia delle cure, e il carcinoma mammario rimane tuttora la prima causa di morte femminile per tumore al mondo. Desiderare forme e taglie diverse è caratteristico di chi, in generale, è scontenta del proprio aspetto fisico e del proprio peso. Anche questa caratteristica è trasversale alla nazionalità. Si potrebbe dire, insomma, che l’insoddisfazione per come si appare, unita al desiderio di somigliare a un qualche modello di bellezza più o meno irraggiungibile, stia iniziando ad accomunare i generi femminili di sempre più paesi.

Una seconda correlazione è quella rilevata tra insoddisfazione verso il proprio seno e tendenza a sviluppare qualche forma di disagio psicologico. Su questo punto si è soffermato il prof. Viren Swami, uno degli autori della ricerca, docente all’Università Perdana, in Indonesia, e all’Università Anglia Ruskin, in Gran Bretagna. Swami sottolinea in particolare come la ricerca abbia rilevato l’esistenza di meccanismi mentali simili, a prescindere dal paese dove sono nate e vivono le donne. In generale, l’insoddisfazione verso questa parte così importante e simbolica del fisico femminile implicava più probabilità di soffrire di bassa autostima. In qualsiasi parte del mondo, è la conclusione dello studioso, l’insoddisfazione per il proprio seno può nascondere un malessere più generale, con ripercussioni sia sulla salute fisica che su quella mentale.