
Il virus respiratorio sinciziale, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre a rappresentare la prima causa di infezione delle basse vie aeree (bronchioliti) e una delle principali cause di ospedalizzazione nei bambini di età inferiore a 12 mesi, costituisce anche la causa di mortalità nel 3% dei casi, soprattutto tra i bambini nati pretermine e quelli con patologie associate (fibrosi cistica, malattie neuromuscolari, immunodeficienza, malattia cardiaca o respiratoria di base) e in altri soggetti a rischio come donne in gravidanza e anziani.
“Fino ad oggi – sottolinea la prof.ssa Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria presso l’Università degli Studi di Perugia – il monitoraggio continuo sull’impatto del virus respiratorio sinciziale e dell’enterovirus D68 e A71 era disponibile, sebbene in modo non uniforme, soltanto in pochi Paesi europei, tra cui Olanda e Francia. Grazie a un sistema di sorveglianza a livello europeo sarà possibile ottenere un monitoraggio efficace dello stato di salute della popolazione e dei soggetti più a rischio come i lattanti fino a 6 mesi, le donne in gravidanza e gli anziani. Le infezioni da VRS e enterovirus hanno un impatto clinico, sociale e economico non indifferente, anche nel nostro Paese. Per questo motivo, lo sviluppo di misure preventive e terapeutiche efficaci è di prioritaria importanza.”
Infatti si è appena concluso a Stoccolma il meeting ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) che ha visto riuniti esperti internazionali con l’obiettivo di definire i futuri Centri di Riferimento Europei per la Sorveglianza del Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) e dell’Enterovirus D68 e A71, entrambi spesso all’origine di infezioni respiratorie, come bronchioliti e polmoniti, in alcuni casi associate a gravi complicanze. Tra i rappresentanti ECDC per l’Italia, la prof.ssa Susanna Esposito, presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, WAidid, che nel 2012 ha presentato i risultati di alcune importanti ricerche cliniche conducendo alla scoperta di due nuovi Enterovirus, C-117 e C-118.
Le manifestazioni più comuni delle infezioni da virus respiratorio sinciziale sono rappresentate dalle bronchioliti che hanno la più alta incidenza nei mesi invernali tra novembre e marzo; è ormai nota, inoltre, la correlazione tra infezioni da VRS nella prima infanzia e successivo sviluppo diwheezing ricorrente e asma bronchiale in età adolescenziale e in età adulta. Lo sviluppo di misure preventive efficaci è certamente una priorità e quello di un vaccino sicuro e immunogenico contro il virus respiratorio sinciziale resta una delle sfide vaccinali dei nostri giorni. In Italia, al momento i vaccini anti VRS sono in via di sperimentazione nelle gravide e nei bambini dei primi anni di vita e gli esperti prevedono che saranno disponibili nei prossimi 5-10 anni.
La nuova frontiera della vaccinazione anti-VRS è rappresentata dallo sviluppo di vaccini vivi attenuati o di vaccini inattivati a subunità. “I vaccini a base di virus vivo attenuato – spiega Esposito – rappresentano un’opzione preventiva estremamente attraente, poiché permettono di ovviare alla problematica dell’instabilità connessa ai vaccini anti-VRS. Tuttavia si rendono necessari ulteriori studi per ottenere il giusto profilo di immunogenicità e sicurezza soprattutto nella prima infanzia e non sono raccomandati in gravidanza.”