Il mal di schiena in Italia assorbe circa il 2,3% del PIL, tra costi diretti – quelli propriamente di tipo diagnostico-terapeutico – e costi indiretti, dovuti alla della produttività e del reddito e all’aumento degli oneri sociali per assenza dal lavoro. È quanto emerso dai lavori de La Scuola del Mal di Schiena: “Il mal di schiena rappresenta la malattia più diffusa nei Paesi industrializzati, a causa di fattori correlati allo stile di vita, alla postura e all’attività lavorativa”, dichiara il prof. Giuseppe Massazza, specialista in Ortopedia e Traumatologia, ordinario di Medicina Fisica e Riabilitazione, Università degli Studi di Torino, responsabile scientifico dell’evento. “Circa il 70% della popolazione adulta ne soffre e la patologia è la principale ragione di ricorso alla visita presso gli ambulatori di medicina generale, nonché la causa più frequente di assenza dal lavoro. Inoltre, più di 2/3 dei pazienti che soffrono di mal di schiena acuto va incontro, nel corso degli anni, a una cronicità che rappresenta una vera e propria malattia invalidante.”
“Se impieghiamo il dato di 8milioni di pazienti come stima della prevalenza del dolore cronico in Italia e lo applichiamo al totale dei costi diretti per paziente (1.400 euro), si arriva a un onere annuo per il Servizio Sanitario Nazionale pari a 11,2miliardi”, afferma il dott. Enrico Pira, direttore di Medicina del Lavoro Universitaria presso l’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino. “Onere che, rapportato all’effettiva spesa complessiva per il SSN (113,7miliardi), porta a un dato d’incidenza sulla spesa sanitaria pubblica pari al 9,6%. Riutilizzando la stessa stima di prevalenza anche per i costi indiretti (3.156 euro) si ottiene un importo complessivo pari a 25,2miliardi. Si può quindi stimare che il costo sociale del dolore cronico in Italia ammonta a 36,4miliardi all’anno, corrispondenti al 2,3% del PIL.”
“Nonostante ciò, si stima che ancora oggi la classe medica curi il paziente con mal di schiena attraverso una terapia farmacologica standardizzata, non aggiornata secondo le linee guida, e senza affrontare gli aspetti legati alla prevenzione e agli stili di vita, finalizzati, ad esempio, all’esercizio fisico e alla perdita di peso. In altre parole, raramente il trattamento del mal di schiena prevede una vera e propria “presa in carico” e solo il 10% dei pazienti riceve cure multiprofessionali e multidisciplinari, indirizzate ai molteplici aspetti della patologia dolorosa.”
Realizzata anche grazie al contributo incondizionato di Grünenthal, La Scuola del Mal di Schiena è la prima iniziativa di formazione continua e multidisciplinare sulla lombalgia cronica in Italia e si rivolge ai medici di Medicina Generale e a tutti gli specialisti che più frequentemente gestiscono questa patologia. Si propone di “colmare il gap culturale e professionale esistente e fornire una visione globale della disabilità dolorosa correlata al mal di schiena”. La struttura prevede eventi annuali dal vivo e regolari webinar online tra docenti e partecipanti su casi e caratteristiche rilevanti. Lanciata nel 2022, il secondo evento live della Scuola del Mal di Schiena si è tenuto nei giorni scorsi a Torino e, grazie a un approccio basato su collaborazione e condivisione, i partecipanti hanno presentato i principali key learnings dai propri casi clinici.