Malattie autoimmuni e filler: quali i pericoli?

Le persone affette da malattie autoimmuni (come la tiroidite di Hashimoto o l’artrite reumatoide) possono fare tranquillamente i filler? Ma anche alcuni pazienti che non partono con una malattia autoimmune di base, nel tempo, possono presentare la comparsa di una forma di autoimmunità. Le domande: non sarà meglio in questi soggetti evitare i filler in quanto tali? La presenza di anticorpi si accentuerà con l’applicazione dei filler? E chi ha familiarità con l’autoimmunità non rischia la comparsa di una risposta autoimmunitaria che prima non esisteva? Sono domande che non hanno ancora una risposta, ma il mondo della medicina estetica sta provvedendo a colmare questo gap di conoscenza e una sessione del Congresso SIME è dedicata appunto a questi temi. I dubbi sono nati dalla constatazione che l’uso dell’acido ialuronico in medicina estetica può scatenare qualche reazione proprio perché si tratta di una molecola che non essendo “estranea” all’organismo, quando viene iniettata è vissuta come qualcosa da “elaborare”. Di certo, prima di sottoporre un paziente a trattamenti di medicina estetica, è molto importante verificare il suo stato di salute globale e l’eventuale presenza di segnali di autoimmunità, come la presenza degli anticorpi anti-tiroidei (antitireoglobulina e antiperossidasi). Ma in tema di medicina estetica e autoimmunità non riguarda solo ai prodotti applicati, ma anche le metodiche utilizzate, che possono anch’esse provocare una risposta immunitaria; è il caso ad esempio del “danno da ago”.

Nei prossimi anni sarà dedicata grande attenzione alle risposte immunitarie da piccoli traumi, e si approfondiranno temi come la diagnostica e le reazioni ritardate all’acido ialuronico in rapporto alle caratteristiche immunitarie, alla cute e al sistema immunitario del paziente. Per migliorare le conoscenze in questo campo è stato messo a punto un semplice questionario di 16 domande che, se utilizzato in ogni ambulatorio di medicina estetica, potrebbe dare informazioni real life preziose sul paziente. La raccolta di questi dati offrirà grandi vantaggi in termini di sicurezza, sia dei medici che soprattutto dei pazienti. “La sicurezza del paziente è sempre al primo posto tra le priorità della medicina estetica”, sottolinea il presidente SIME, Emanuele Bartoletti. “Molti eventi avversi descritti sono dovuti a reazioni immunitarie dovute ai più diversi fattori. La qualità delle sostanze iniettate è importantissima, come fondamentale è lo studio del paziente prima di qualsiasi terapia. Diffidare di chi ci tratta senza aver sottoposto ad un check-up di medicina estetica e di chi esegue trattamenti a basso costo: i materiali di qualità hanno sempre un alto costo e il medico non riduce il suo guadagno.”