Malattie del fegato. Il prof. Andreone eletto presidente della Federazione delle Associazioni pazienti Liver-Pool

Il prof. Pietro Andreone, direttore della Medicina Interna Metabolica dell’Ospedale Civile di Baggiovara, docente Unimore, è stato eletto presidente 2024-2025 della Federazione Liver-Pool, che ha sede a Roma e che riunisce le Associazioni dei Pazienti affetti da malattie del fegato e i trapiantati di fegato. La nomina è avvenuta nel corso della riunione del Consiglio Direttivo del 20 maggio 2024. Principale obiettivo della Federazione è “offrire i necessari supporti affinché tutti i pazienti con epatopatia presenti nel territorio italiano possano avere un percorso diagnostico e terapeutico sovrapponibile, evitando differenze nella erogazione delle prestazioni diagnostiche e nella offerta delle cure”.

“Le cure per i pazienti con epatopatie hanno avuto negli ultimi anni un grande impulso sotto il profilo dei trattamenti farmacologici in quanto si sono resi disponibili nuove molecole per il trattamento dell’epatite C, dell’epatite B, dell’epatite delta e della colangite biliare primitiva”, dichiara Andreone. “Nei prossimi anni saranno disponibili nuovi farmaci, molti dei quali sono in sperimentazione presso l’Ospedale di Baggiovara, che renderanno ancora più ampia la disponibilità di cura anche per altre malattie di fegato quali la malattia da alcol, il fegato grasso e anche alcune malattie rare che finora avevano come soluzione finale solo il trapianto di fegato.”

La Medicina Interna Metabolica è un punto di riferimento per le nuove terapie destinate ai pazienti epatopatici. Negli ultimi 5 anni sono state portate a termine diversi protocolli sperimentali per la cura dell’epatite B, dell’epatite D, della colangite biliare primitiva e della steatoepatite non alcolica e ben 57 pazienti hanno potuto accedere a nuove terapie con l’obiettivo di guarire ovvero stabilizzare la malattia. Il prof. Andreone è stato designato all’unanimità dal Consiglio Direttivo della Liver-Pool a ricoprire il ruolo di presidente “sia per la grande esperienza clinica accumulata in oltre 40 anni di attività presso l’AOU di Bologna e Modena, ma anche per quella che ha portato allo sviluppo di farmaci che hanno sostanzialmente modificato la storia naturale di diverse malattie di fegato”.