Mamme sempre presenti nelle terapie intensive neonatali

In occasione della Conferenza nazionale “Promozione e Sostegno dell’Allattamento al Seno”, è stato sottoscritto il documento che raccomanda di favorire l’ingresso dei genitori nelle Terapie Intensive Neonatali (TIN), con lo scopo di sensibilizzarli sui vantaggi che l’allattamento materno e la loro presenza accanto al bambino comportano sulla salute del neonato, sia dal punto di vista nutrizionale che affettivo-psicologico. Società scientifiche, importanti istituzioni nazionali e internazionali, lavori scientifici si sono più volte espressi sui vantaggi derivanti dall’agevolare il rapporto di contiguità tra i genitori e il proprio neonato in ospedale, anche in relazione agli effetti favorevoli sul successo dell’alimentazione al seno, obiettivo vitale per la salute dei neonati ed in particolare per i pretermine. Ancor più preziosa per questi ultimi, infatti, l’alimentazione con latte materno è in grado in parte di colmare la loro fragilità immunologica e ridurre il rischio di gravi patologie intestinali e di infezioni (sepsi), beneficiando dei fattori immunitari contenuti nel colostro prima e nel latte maturo dopo ed agevolando il raggiungimento del full enteral feeding.

La presenza costante della mamma in TIN accanto al neonato pretermine favorisce l’alimentazione con latte materno, inizialmente tramite sondino o siringa e appena possibile, attaccando direttamente il bambino al seno. L’accesso della famiglia alla TIN facilita allo stesso modo la spremitura del latte materno, ottimizzandone la produzione, favorendo l’avvio e il mantenimento dell’allattamento, oltre ad avere un chiaro e preciso fondamento etico/scientifico. Anche se l’accesso dei genitori nelle TIN italiane è aumentato nel corso degli ultimi 20 anni, esistono ancora grosse differenze rispetto a Scandinavia e Paesi come Germania, Francia, Regno Unito. Per di più la situazione italiana è piuttosto disomogenea nel confronto fra TIN di differenti ospedali. Molte sono le ragioni solitamente addotte per limitare l’accesso dei genitori alle TIN, nessuna delle quali però ha base scientifica.

La Società Italiana di Neonatologia da sempre raccomanda e promuove la presenza costante della famiglia accanto al neonato critico, necessaria sia per alleviare e contenere lo stress a cui è sottoposto il neonato stesso, sia per gli effetti positivi sui genitori e quindi sulla loro relazione affettiva con il figlio. Numerosi studi clinici e scientifici hanno dimostrato che l’instaurarsi di interazioni precoci ed efficaci tra il neonato pretermine e la figura affettiva di riferimento, costituisce un elemento protettivo per lo sviluppo cognitivo, emotivo e linguistico del bambino. Contrariamente, gli effetti della separazione della mamma dal suo bambino determinano conseguenze importanti nella relazione di attaccamento, con problemi anche drammatici sullo sviluppo neurocognitivo del neonato.