Meningite da meningococco. Indagine sulla percezione degli Italiani

Ogni anno sono circa 2,5milioni le diagnosi di meningite. In particolare, la malattia meningococcica invasiva descrive 2 principali malattie causate dal batterio Neisseria meningitidis o meningococco: meningite e setticemia. La meningite è motivo di particolare preoccupazione e si stima che ogni anno venga diagnosticata a 1,2milioni di persone. Fino a 1 persona su 6 che contrae questo tipo di meningite muore, con circa 135mila decessi all’anno. Dei genitori intervistati in una survey internazionale – condotta da Ipsos in occasione della Giornata Mondiale della Meningite su oltre 4mila persone in 6 Paesi – meno della metà (48%) ha dichiarato di sapere che la meningite può portare alla morte, e quasi 1/3 (28%) ha affermato di non avere alcuna conoscenza della patologia. La meningite può essere una patologia difficile da diagnosticare perché i segni e i sintomi sono spesso simili a quelli di altre malattie. Almeno 1 sopravvissuto a malattia meningococcica invasiva su 5 può presentare gravi effetti a lungo termine come cicatrici cutanee, amputazione/i degli arti, perdita dell’udito, della vista, della memoria e danni cerebrali. Ogni anno in Italia oltre 1.000 persone contraggono la meningite e circa 1 persona ogni 2 viene colpita da meningite meningococcica. In particolare, i sierogruppi B e C sono particolarmente diffusi nel nostro Paese. Secondo i dati epidemiologici dell’Istituto Superiore di Sanità, la meningite meningococcica provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti colpiti. In assenza di cure adeguate, il tasso di mortalità sale addirittura al 50%. Quanto al sierotipo B, oltre ad essere particolarmente aggressivo con altissima letalità, è responsabile da solo di circa l’80% dei casi in età pediatrica, con una massima incidenza soprattutto nel primo anno di vita, tra il 4° e l’8° mese (dati Iss e Comitato Nazionale Contro la Meningite).

Dall’indagine Ipsos emergono inoltre alcuni dati apparentemente contrastanti, che rivelano come sia importante continuare a sensibilizzare sui rischi legati a questa patologia e sulle modalità di prevenzione vaccinale. Tra gli aspetti positivi, 9 genitori su 10 in Italia seguono il pediatra per le scelte vaccinali e si affidano alle sue indicazioni. Per questo, l’88% degli intervistati considera la vaccinazione “cosa buona e giusta” per i propri bambini. L’attenzione alle indicazioni degli esperti si conferma anche quando si analizzano le fonti più autorevoli per le decisioni di mamma e papà sulla salute: i professionisti sanitari, come detto, sono la voce più ascoltata; rispetto ad altri Paesi, solo il 29% dei genitori si affida ad Internet. Siamo invece a 1 su 2 nel Regno Unito e al 43% in Germania, mentre in Francia la percentuale di chi si affida al web cala al 21% e poco più di 3 su 10 chiedono informazioni ai familiari. Il rapporto privilegiato con il Pediatra diventa anche la chiave per comprendere come mai il 79% degli Italiani intervistati (percentuale più alta in Europa) riconosca la malattia e ne percepisca la gravità. In Spagna, il dato è di poco superiore al 70%; in Francia scende al 64%. Infine, più di 8 italiani su 10 (81% del totale degli intervistati) sa che esiste un vaccino ed è disponibile. Tuttavia, 1 su 2 non sa che esistono vaccini specifici per i diversi ceppi, anche perché la conoscenza sui vari tipi di meningococco è davvero ridotta. Quasi 1 su 3 è a conoscenza de tipi A B e C, ma solo circa 1 su 5 sa che esistono anche i tipi W e Y. Il dato incide quindi anche sulla percezione dell’importanza di vaccini specifici. “Questi dati – dichiara Sara De Grazia, medical head vaccini, GSK Italia – confermano che c’è ancora strada da fare per sensibilizzare le persone sul rischio legato alla meningite da meningococco ed alla conseguente malattia invasiva, oltre che sulla possibilità di prevenire l’infezione attraverso la vaccinazione, sulla base delle indicazioni del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale.”