
Il fallimento dell’impianto, i ripetuti aborti e la gestosi sono alcune delle complicanze, spesso di origine immunologica, nei trattamenti di ovodonazione. Dopo più di due anni di ricerca, IVI ha presentato per la prima volta uno studio esclusivo nell’ambito del VII Congresso Internazionale a Bilbao. La ricerca, condotta da Diana Alecsandru, immunologo presso l’IVI di Madrid, consiste in uno studio condotto su un campione di 204 pazienti, in cui tutti i fattori immunologici che possono interferire in un trattamento di ovodonazione (madre, padre, donatrice, nascite precedenti, tessuto abortivo se applicabile, ecc.) sono stati identificati e classificati.
A livello uterino, tutte le donne hanno alcune cellule con un recettore chiamato KIR che presenta tre grandi gruppi genetici: KIR AA, KIR AB e KIR BB. Questi recettori sono responsabili di riconoscere la parte estranea dell’embrione. Nella riproduzione assistita con ovociti propri della donna e nella riproduzione naturale, questi recettori identificano solo un elemento estraneo: l’elemento paterno. Invece, nei trattamenti di ovodonazione sono riconosciuti due elementi estranei, quello paterno e quello della donatrice. Il numero di elementi non riconosciuti può aumentare ulteriormente nel caso di trasferimento di più embrioni.
La rilevanza dello studio e delle sue conclusioni si basa principalmente sull’importanza di eseguire una classificazione dei KIR e degli HLA-C, sia per la madre che per il padre e la donatrice; un semplice esame del sangue mostrerà le caratteristiche genetiche di ciascuno dei protagonisti. Questa classificazione permetterà di scoprire la compatibilità o meno tra di loro, in modo da poter sempre selezionare il donatore più adatto e far coincidere le caratteristiche immunologiche di tutte le persone coinvolte. “Dopo aver sviluppato la ricerca nei tanti aspetti della procreazione assistita – dichiara la dott.ssa Daniela Galliano, Responsabile del Centro IVI di Roma – i ricercatori IVI stanno andando avanti e lavorano costantemente con l’obiettivo di migliorare sempre di più i tassi di successo dei trattamenti e coronare il desiderio di genitorialità dei tanti pazienti che ogni anno afferiscono ai nostri Centri.”