
Isatuximab, un anticorpo monoclonale, somministrato in pazienti con mieloma multiplo recidivato/refrattario è stato in grado di prolungare la sopravvivenza. È quanto si evince da uno studio di fase tre, che precede la commercializzazione, in cui si è visto che la sopravvivenza, libera da progressione, nei pazienti trattati con isatuximab in combinazione con pomalidomide e desametasone a basso dosaggio, era maggiore rispetto al trattamento con pomalidomide e desametasone a basso dosaggio (terapia standard). I risultati saranno presentati durante un prossimo congresso medico e costituiranno la base del dossier da sottomettere alle autorità regolatorie nel corso dell’anno.
“Siamo entusiasti di questi risultati, un significativo passo avanti nella nostra ambizione di prolungare la vita dei pazienti con mieloma multiplo”, commenta John Reed, Responsabile della Ricerca e Sviluppo del Gruppo Sanofi. “Siamo impazienti di interagire con le autorità regolatorie con l’obiettivo di portare questo potenziale nuovo trattamento ai pazienti il più rapidamente possibile.”
Il mieloma multiplo è la seconda più comune neoplasia ematologica, con oltre 138mila nuovi casi all’anno in tutto il mondo. È ancora incurabile nella grande maggioranza dei pazienti, con un conseguente notevole impatto della malattia sulla vita di queste persone.
Lo studio di fase 3, randomizzato, multicentrico, in aperto, denominato ICARIA-MM, ha coinvolto 307 pazienti con mieloma multiplo recidivato/refrattario afferenti a 96 centri distribuiti in 24 Paesi. Tutti i partecipanti allo studio erano stati trattati in precedenza con due o più terapie anti-mieloma, inclusi almeno due cicli consecutivi di lenalidomide e un inibitore del proteasoma somministrati da soli o in associazione. Durante lo studio, isatuximab è stato somministrato mediante infusione endovenosa in combinazione con dosi standard di pomalidomide e desametasone per tutta la durata del trattamento. Il profilo di sicurezza è stato valutato come endpoint secondario.