Oltre il 60% di tutto il sale venduto nel nostro Paese è iodato. I bambini di Liguria, Toscana, Marche, Lazio e Sicilia ne assumono a sufficienza con l’alimentazione, tanto che in tutte queste Regioni (a eccezione ancora delle Marche) il gozzo in età scolare può dirsi praticamente sconfitto. A fornire i dati sullo stato nutrizionale iodico della popolazione italiana è l’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI), attivo presso l’ISS, nel corso del convegno “Prevenzione dei Disordini da Carenza Iodica: Il Programma Nazionale di Iodoprofilassi” svoltosi in questi giorni presso il Ministero della Salute. In quest’occasione, il Gruppo di Coordinamento Nazionale per la Iodoprofilassi, ha presentato un position statement, promosso dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con 13 tra Società e Associazioni scientifiche, sull’utilizzo del sale iodato per tutti, adulti e bambini.
“La Consensus Conference Nazionale sull’uso del sale iodato rappresenta un’iniziativa alla quale il Ministero plaude e guarda con interesse, per l’impegno costante che mettiamo nello stabilire una strategia nazionale sulla iodoprofilassi”, dichiara Giuseppe Ruocco, Direttore Generale per l’Igiene e la Sicurezza egli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute. “Solo negli ultimi due anni abbiamo investito risorse per progetti di ricerca, svolti con l’ISS, per migliorare le modalità di monitoraggio degli interventi e abbiamo dato via, esattamente un anno fa, al Gruppo di Coordinamento Nazionale (GdCN) per la Iodoprofilassi, istituito presso la Direzione generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione. Il gruppo ha lavorato al Documento di consenso firmato oggi dalle principali società scientifiche del settore. Per il prossimo futuro prevediamo di confrontarci con il settore produttivo e della ristorazione collettiva, affinché il documento oggi (6 aprile 2017, n.d.r.) firmato sia l’avvio di un percorso condiviso sull’importanza dell’’utilizzo per tutti del sale iodato’, con una strategia di largo respiro e sulla base del principio della multidisciplinarietà e multisettorialità, così come richiesto dall’OMS.”
A tracciare un bilancio a più di un decennio dall’approvazione sulla legge per favorire la iodoprofilassi è Antonella Olivieri, responsabile dell’OSNAMI: “A 12 anni dalla approvazione della legge 55/2005, che di fatto ha introdotto un programma nazionale di iodoprofilassi, lo stato nutrizionale iodico della popolazione italiana è sicuramente migliorato. I nostri dati, infatti mostrano che la quota di sale iodato su tutto il sale venduto nella grande distribuzione ha raggiunto quest’anno il 60%. Un risultato, frutto di tutto un lavoro di informazione portato avanti dalle Società e dalle Associazioni scientifiche, estremamente positivo se si pensa che, prima dell’approvazione della legge, la percentuale del sale iodato venduto era solo del 30%. Tuttavia, la iodoprofilassi non è ancora a regime, visto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda una percentuale dell’80-85% affinché un programma di iodoprofilassi abbia successo.”
Coerenti con i dati di vendita del sale iodato sono i dati di ioduria in età scolare raccolti negli ultimi due anni, in collaborazione con gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo. Le indagini condotte su circa 2500 bambini, reclutati tra il 2015 ed il 2016, hanno mostrato valori di ioduria indicativi di iodosufficienza in Liguria, Toscana, Marche e Lazio, e di marginale iodosufficienza in Sicilia. Questo dato è particolarmente incoraggiante se si pensa che fino al 2012 Marche e Lazio risultavano ancora iodocarenti. Ma il risultato più importante ottenuto in questi ultimi due anni è l’aver accertato che in Liguria, Toscana, Lazio e Sicilia il gozzo in età scolare è stato sconfitto. In queste Regioni infatti, sono state rilevate frequenze di gozzo inferiori al 5%, valore soglia al di sopra del quale si parla di endemia gozzigena. Per la prima volta si può dire che, almeno in quattro Regioni del nostro Paese, il gozzo nei bambini non è più una patologia endemica.
“Questi dati, seppure incoraggianti – va avanti la ricercatrice dell’ISS – indicano che dobbiamo insistere con la iodoprofilassi perché la condizione di iodosufficienza possa estendersi a tutte le Regioni italiane, riducendo in tal modo il rischio di patologie tiroidee e di deficit neurocognitivi connessi alla carenza nutrizionale di iodio. Per questo motivo il Gruppo di Coordinamento Nazionale per la Iodoprofilassi presso il Ministero della Salute ha voluto promuovere un position statement sull’utilizzo del sale iodato in età adulta e in età pediatrica, coinvolgendo 13 tra Società scientifiche e Associazioni. Infatti – conclude l’esperta – se negli anni scorsi la iodoprofilassi è stata appannaggio quasi esclusivo degli endocrinologi, oggi è patrimonio anche di ginecologi, pediatri, medici di medicina generale e nutrizionisti, tutti fortemente motivati a diffondere il messaggio ‘poco sale ma iodato’ per prevenire contemporaneamente le patologie legate all’eccessivo consumo di sale, prime fra tutti le patologie cardiovascolari, e i disordini da carenza iodica.”