Il mesoglicano, molecola completamente elaborata in Italia, manifesta ulteriori proprietà terapeutiche in area vascolare. All’efficacia già comprovata nel trattamento delle ulcere venose croniche, si aggiungono oggi nuove evidenze circa gli effetti positivi del mesoglicano sulla fisiologia vascolare: nello specifico, il mesoglicano ha dimostrato notevoli effetti sull’elasticità delle arterie e sulla funzionalità dell’endotelio, il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni. In particolare, nei pazienti con sindrome metabolica (SM), il mesoglicano ha dato prova di svolgere un effetto positivo su tutta la funzione arteriosa, migliorando la reattività vascolare e le proprietà elastiche della parete arteriosa. Lo studio, condotto dal dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università Federico II di Napoli, è stato pubblicato sulla rivista internazionale “Atherosclerosis”, organo ufficiale della European Atherosclerosis Society (EAS).
Il trial sul mesoglicano, randomizzato in doppio cieco versus placebo, ha preso in esame trenta pazienti affetti da sindrome metabolica seguiti in ambulatorio: 20 trattati con mesoglicano, 10 con placebo. Nella prima fase sono stati valutati gli effetti immediati sulla reattività vascolare di una singola somministrazione intramuscolare di mesoglicano (60 mg) versus placebo, attraverso la misurazione della dilatazione post ischemica dell’arteria brachiale (Flow Mediated Dilatation, FMD) al tempo 0, dopo 2 ore e 6 ore dall’iniezione intramuscolare. Successivamente i pazienti sono stati trattati per 90 giorni con mesoglicano per via orale (50 mg due volte al giorno) o con placebo. Alla fine di questo periodo, sono state valutate la reattività vascolare e le proprietà elastiche della parete arteriosa.
I risultati hanno confermato che nel gruppo trattato con mesoglicano la dilatazione brachiale flusso-mediata (FMD) è aumentata già dopo la singola somministrazione in acuto, con un massimo incremento del 52% dopo 2 ore. La FMD è risultata significativamente maggiore (+38%) rispetto al valore basale anche dopo 90 giorni di trattamento. Nel gruppo trattato con placebo, invece, la dilatazione brachiale flusso-mediata non è risultata influenzata in alcun modo. Inoltre, dopo 90 giorni di terapia, il gruppo trattato con mesoglicano ha dimostrato un miglioramento significativo delle proprietà elastiche della parete arteriosa, con una concomitante riduzione della rigidità della stessa. Infine i pazienti trattati con mesoglicano, ai rilievi laboratoristici dopo 90 giorni di terapia, hanno evidenziato un significativo miglioramento dell’insulino-resistenza rispetto ai controlli.
La sindrome metabolica è caratterizzata da un insieme di fattori di rischio cardiovascolare, tra cui ipertensione, dislipidemia, peso corporeo in eccesso e alterata omeostasi del glucosio. Condizioni che richiedono interventi sia di tipo farmacologico sia di tipo non farmacologico, come la riduzione del peso corporeo e l’incremento dell’attività fisica. Strategie alle quali, però, i pazienti con sindrome metabolica manifestano spesso insufficiente aderenza, soprattutto a lungo termine, con la conseguente necessità di ricorrere a un adeguato trattamento farmacologico. Al di là delle strategie terapeutiche consolidate per la gestione della sindrome metabolica, la correzione di condizioni aterogeniche, quali la disfunzione endoteliale e la presenza di fattori pro-infiammatori e protrombotici, ha ottenuto nel tempo crescente interesse. Ora, lo studio dell’Università di Napoli dimostra che il mesoglicano, nei pazienti con sindrome metabolica, esercita effetti rilevanti sulla fisiologia vascolare, sia in fase acuta sia a seguito di un trattamento prolungato (tre mesi consecutivi). La molecola è stata scoperta e sviluppata dalla ricerca di Mediolanum Farmaceutici.