L’Unicef richiama l’attenzione sui rischi per migliaia di bambini nella Repubblica Democratica del Congo e nei Paesi limitrofi di contrarre il virus mpox, mentre i casi della nuova variante clade 1, più letale, continuano ad aumentare. Dall’inizio del 2024, circa 8.772 bambini hanno contratto la malattia nella RDC, vale a dire più della metà dei 15.664 casi totali segnalati nel Paese. In totale, sono 548 le persone decedute, di cui circa 463 erano bambini. “La nuova epidemia di variante del virus mpox rappresenta un’ulteriore preoccupante minaccia per i bambini e le famiglie, molti dei quali hanno già dovuto affrontare conflitti e sfollamenti, epidemie di colera e poliomielite e malnutrizione”, dichiara il direttore regionale dell’Unicef per l’Africa Occidentale e Centrale, Gilles Fagninou. “Le prove indicano che i bambini, soprattutto quelli malnutriti o affetti da altre malattie, sono i più vulnerabili a contrarre e morire a causa di questo ceppo di vaiolo. Proteggerli deve essere la priorità assoluta.”
Il 13 agosto 2024, i Centri Africani per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie hanno dichiarato l’ondata di mpox nella RDC e in altri Paesi africani un’emergenza sanitaria di sicurezza continentale. A ciò, ha fatto seguito l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha dichiarato l’ondata di casi emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale, con i bambini al di sotto dei 5 anni che corrono il più alto rischio di morte e le donne in gravidanza particolarmente vulnerabili.
L’Unicef – si legge in un comunicato – collabora con CDC Africa e L’Oms, oltre che con altri partner come USAID e FCDO, per sostenere i Governi nazionali. Nella RDC, l’Unicef sta lavorando con il Governo a un piano di preparazione e risposta all’infezione da virus mpox, con l’obiettivo di salvare vite e proteggere i bambini più vulnerabili nelle province del Sud Kivu, Sud Ubangi e Sankuru. Tra le iniziative:
- “Comunicazione del rischio e coinvolgimento della comunità. Stabilire modalità di condivisione delle informazioni sulle infezioni da parte delle comunità, formare i leader e gli operatori delle comunità e condividere meglio le informazioni sulle misure di protezione e sicurezza;
- Prevenzione e controllo delle infezioni. Rafforzamento delle capacità degli igienisti, sostegno alla decontaminazione domestica e fornitura di materiale igienico alle strutture sanitarie;
- Assistenza medica e nutrizionale. Distribuzione di kit sanitari di emergenza nelle strutture che si occupano di pazienti affetti da mpox, installazione di tende per creare spazi di trattamento aggiuntivi, supporto alimentare alle famiglie dei pazienti;
- Supporto psicosociale, compreso il trattamento dello stigma e della discriminazione;
- Analisi integrata dei focolai. Migliorare la qualità e la disponibilità dei dati, identificare approcci innovativi e rafforzare i sistemi sanitari in collaborazione con vari partner internazionali;
- Coordinamento. Sostegno alla condivisione di informazioni con i partner e piani strategici basati su dati concreti.”
L’Unicef RDC – conclude la nota – richiede 4.581.000 dollari per “potenziare gli interventi in un Paese che già soffre di carenze di fondi per le emergenze legate ad altre epidemie e al conflitto in corso”. Un ulteriore milione di dollari è richiesto in Africa Occidentale e Centrale per gli sforzi di preparazione, coordinamento e risposta a livello regionale. “L’epidemia di mpox sta travolgendo un Sistema Sanitario già indebolito da precedenti epidemie. Senza un’azione immediata e finanziamenti aggiuntivi – conclude Fagninou – le conseguenze per i bambini saranno gravi.”