Neuroblastoma. “Più Centri di ricerca al lavoro con l’obiettivo di bloccare il gene MYCN

Una rete di Centri di ricerca con l’obiettivo di combinare più livelli d’azione e strategie per colpire e bloccare il gene MYCN nel neuroblastoma, tumore solido extra-cranico prima causa di morte per malattia in età prescolare e terzo tumore pediatrico più comune dopo le leucemie e i tumori cerebrali, con circa 130-140 nuovi casi ogni anno in Italia. Si tratta del progetto multicentrico VAMOLAA (a valiant approach against MYCN oncogene to leverage antitumor activity, approccio di sfida contro l’oncogene MYCN per ottenere la massima attività antitumorale), studio appena avviato in fase preclinica e al cui sostegno contribuisce la Fondazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma. L’obiettivo è bersagliare in modo mirato e diretto il gene MYCN, che si presenta amplificato – vale a dire con attività estremamente aumentata – nel 25% dei casi di neuroblastoma, promuovendo la trasformazione tumorale e una marcata aggressività e progressione di malattia. Inoltre, un’aumentata attività di MYCN svolge un ruolo chiave per la resistenza ai farmaci e determina un microambiente tumorale nel quale viene anche inibita la risposta del sistema immunitario, con gravi conseguenze cliniche e una prognosi infausta. I pazienti con tumori che presentano l’amplificazione di MYCN sono classificati nella categoria di neuroblastoma ad alto rischio, in cui il tasso di sopravvivenza a lungo termine è ancora al di sotto del 50%.

“Riteniamo che la strategia di inibizione di MYCN a più livelli e combinata che verrà sviluppata in questo progetto getterà le basi per un’efficace terapia molecolare che blocchi l’azione di MYCN e consenta una migliore risposta alla chemioterapia e all’immunoterapia”, afferma Patrizia Perri, ricercatrice senior al Laboratorio di Terapie Sperimentali in Oncologia dell’istituto Gaslini di Genova, promotrice e coordinatrice dello studio.

“Svilupperemo diverse formulazioni di nanoparticelle selettivamente indirizzate alle cellule di neuroblastoma per il trasporto delle molecole di RNA o DNA terapeutiche, che permetteranno una somministrazione mirata alle cellule tumorali, risparmiando quelle sane”, continua Perri. “Ciò è un aspetto di particolare importanza per evitare o limitare potenziali effetti avversi a lungo termine nei pazienti pediatrici.”

Più in generale, ci si aspetta che il progetto possa contribuire a una maggiore comprensione dei meccanismi di progressione del tumore legati all’amplificazione del gene MYCN: queste nuove conoscenze, osserva ancora Perri, potrebbero fornire un prezioso contributo alla ricerca anche su altri tumori pediatrici e degli adulti, caratterizzati dall’alterazione dei geni appartenenti alla famiglia MYC come, appunto, MYCN nel caso del neuroblastoma.

I CENTRI E I REFERENTI COINVOLTI

7 i Centri di eccellenza coinvolti in nello studio. Il progetto coinvolge 8 referenti scientifici, 1 per ogni gruppo di ricerca: Patrizia Perri, Irccs Giannina Gaslini di Genova; Roberto Tonelli, Università di Bologna; Alessandro Quattrone, Università di Trento-CIBIO; Arturo Sala, Brunel, University of London-Università di Chieti; Giovanni Perini, Università di Bologna; Alessandro Paiardini, Università La Sapienza di Roma; Mario Capasso, CEINGE-Università Federico II di Napoli; Giuseppe Giannini, Università La Sapienza di Roma.