
Il Medico Internista coordina la rete assistenziale in Ospedale e gestisce le complicanze soprattutto in presenza di comorbidità del paziente diabetico, grazie alla capacità di fornire una valutazione globale propria della Specializzazione. Il Medico Internista offre inoltre un contributo anche nella valutazione dell’interazione tra i farmaci utilizzati per il diabete e quelli per le altre patologie. Per formazione, è sempre portato alla valutazione delle possibili interazioni negative tra farmaci, potendo condividere questa competenza con altri Specialisti. Per contro, il Medico Internista non può però prescrivere alcuni farmaci antidiabetici. È quanto afferma il prof. Nicola Montano, presidente della Società Italiana di Medicina Interna SIMI: “Resta tuttavia il problema della possibilità di prescrivere i farmaci antidiabetici”, dichiara. “Non in tutte le Regioni infatti gli Internisti possono prescrivere i nuovi farmaci antidiabetici e ciò non comporta solo un ostacolo amministrativo, ma anche una riduzione dell’accesso ai farmaci più innovativi da parte dei pazienti.”
Tra i temi che gli Stati Generali del Diabete discuteranno in occasione del Congresso SIMI 2025, in programma il 19 marzo a Roma, oltre alla prescrizione dei farmaci antidiabetici, particolare attenzione verrà dedicata al ruolo che hanno, o che potrebbero avere, gli oltre 10mila Medici Internisti ospedalieri nel trattamento della malattia diabetica in Italia.
DIABETE
Secondo i dati più recenti, la prevalenza del diabete in Italia è in costante aumento; si stima che siano 4milioni le persone affette. La forma più comune (90%) è rappresentata dal diabete di tipo 2, strettamente legata a stili di vita sedentari e abitudini alimentari scorrette. Il tipo 1 invece si verifica quando il sistema immunitario attacca e distrugge le cellule beta del pancreas, responsabili della produzione di insulina, e colpisce circa 300mila persone (0,5% della popolazione). Vi è poi una quota rilevante di casi non diagnosticati, che si stima riguardi circa 1,5milioni di persone che convivono con la patologia senza saperlo. Il diabete può portare a gravi complicanze, come malattie cardiovascolari, nefropatie, retinopatie e neuropatie con un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti e sul Sistema Sanitario Nazionale. Studi condotti in Italia hanno dimostrato che il diabete tipo 2 si associa ad un eccesso di mortalità del 35-40%, rispetto alla popolazione generale; l’alta prevalenza e l’eccesso di mortalità ne fanno una malattia ad elevato impatto economico e sociale.
COSTI SSN
La spesa sanitaria diretta e indiretta legata al diabete è elevata. Si stima che in Italia si spendano oltre 20miliardi di euro l’anno. La maggior parte della spesa associata alla malattia diabetica è determinata dal trattamento delle complicanze, non solo nell’anno di insorgenza della complicanza stessa, ma anche stabilmente negli anni successivi. Le complicanze del diabete che determinano il maggiore impatto sui costi assistenziali risultano essere le nefropatie, le amputazioni e le rivascolarizzazioni degli arti inferiori, seguiti dalle patologie cerebrovascolari e cardiovascolari.
“Lo specialista Internista è lo specialista di riferimento per questi pazienti”, dichiara Montano. “L’unicità della sua connotazione ‘specialistica’ risiede nella capacità di vedere il paziente ‘complesso’, non come un insieme di singole patologie d’organo, ma come un unicum e di curarlo occupandosi di tutti i suoi bisogni di salute, accompagnandolo nel suo intero percorso di cura, in fase acuta, nelle riacutizzazioni, e nelle fasi avanzate e terminali di malattia, non trascurando gli aspetti legati al suo contesto sociale e familiare. Pertanto – prosegue – l’Internista si inserisce a pieno titolo nel modello italiano di cura della malattia in quanto è lo Specialista deputato alla gestione della persona con diabete durante le fasi di ospedalizzazione per patologie acute legate alla malattia diabetica e per la gestione del paziente diabete complesso con multi-morbilità.”