
“Mi sono operato per tumore alla prostata da più di 2 anni – ora ne ho 65 – ma non riesco ad avere una vita sessuale a causa della mancata erezione. Considerato lo scarso successo dei farmaci come viagra e cialis, e delle punture intracavernose di caverject, mi sono rivolto allo stesso Ospedale per l’intervento di protesi peniena. Attendo da circa 1 anno, ma non riesco ad ottenere la protesi in convenzione. La soluzione ci sarebbe, ma a pagamento.”
RISPOSTA
Quanto “denunciato” dal gentile Lettore è un vero scandalo. Infatti ai pazienti uro-oncologici si offrono tecnologie che costano milioni per estirpare il tumore, e si negano poi poche migliaia di euro per combattere le complicanze, quali incontinenza urinaria e impotenza grave. Infatti, per coloro che non rispondono alle terapie farmacologiche o fisioterapiche per impotenza o incontinenza grave, sia dopo intervento di asportazione della prostata che della vescica, è molto raro che le Aziende Sanitarie “offrano” la possibilità delle protesi peniene o di sfinteri artificiali. Si tratta di presìdi che costano circa 9mila euro, e che assieme a tutto l’intervento arrivano a 14-15mila euro. Peccato però che il DRG rimborsi poco più di 2.600 euro, in quanto i suddetti presidi non sono inseriti nei LEA. Questa è la ragione per cui i Direttori Generali degli Ospedali, da più di 30 anni, ne rifiutano l’acquisto. E allora la realtà, a parte qualche rara eccezione, è che per curare l’incontinenza urinaria e l’impotenza grave è necessario pagare intervento, casa di cura e protesi.