#outoftheblack. “Uscire dalla depressione è possibile”

Non bisogna aver paura di chiedere aiuto: dalla depressione è possibile guarire. #outoftheblack nasce proprio per rompere il silenzio e lo stigma che ancora oggi circonda questa patologia. La depressione è come un “buco nero” in cui si precipita senza possibilità di uscita. È necessario invece sottolineare come uscirne sia possibile, ma soltanto se si chiede aiuto. Tutto è iniziato in una piazza periferica di Milano (Metro Bonola), dove lo street artist Lucamaleonte ha riprodotto il buco nero della depressione. Dopo una settimana, sempre di notte, lo street artist ha trasformato il buco nero realizzando una sua opera d’arte ispirata al concetto di rinnovo e rinascita, un soggetto floreale che rappresenta la rinascita per antonomasia. L’opera è diventata il simbolo della lotta alla depressione e alla tendenza a sminuire questa patologia: “Siamo lieti che il nostro territorio sia stato scelto per portare avanti un messaggio così forte e importante”, dichiara Giulia Pelucchi, presidente del Municipio 8. “Il nostro impegno per la salute mentale è stato un crescendo e auspichiamo che un’iniziativa di tale impatto possa dare la giusta attenzione ad un tema oggi ancor più urgente.”

L’OMS stima che la depressione sia una delle principali cause di disabilità a livello globale, colpendo circa 280milioni di persone, ossia il 5% della popolazione adulta, e in misura superiore di 2/3 volte le donne rispetto agli uomini. Durante l’emergenza Covid, la prevalenza di ansia e depressione ha fatto registrare aumenti record, pari al 25%. In Italia la depressione è il più diffuso disturbo della salute mentale e riguarda 3,5milioni di persone. Secondo un’indagine ISTAT, si stima che meno del 50% riceva una diagnosi corretta, e solo 1 paziente su 3 ottenga cure adeguate.

“Sono troppo poche le persone che si rivolgono allo specialista per un supporto al trattamento della depressione”, afferma Rosaria Iardino, presidente Fondazione The Bridge. “Vige ancora un forte stigma verso la malattia; i pregiudizi rispetto alle possibilità di cura, il timore di chiedere aiuto e la scarsa conoscenza, sono tra gli ostacoli principali che impediscono l’accesso a percorsi terapeutici adeguati. Per questo è così importante far luce su questa malattia ed è fondamentale rafforzare la rete sul territorio tra tutti gli operatori che ogni giorno entrano in contatto con persone che soffrono di questo genere di disturbi.”

“Pensiamo che la salute mentale non debba essere considerata un argomento di serie B, ma che, nell’ambito del nostro sistema sanitario, debba avere la stessa tutela dedicata a quella fisica”, dichiara l’assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolé. “Perché questo accada, è necessario però che il benessere psicologico diventi una priorità per tutti. Ben vengano quindi iniziative di sensibilizzazione come quella della Fondazione The Bridge, che prova a superare lo stigma che ancora colpisce chi vive una condizione di fragilità o di patologia mentale, normalizzando la necessità di prendersi cura del proprio benessere psicologico.”

È bene distinguere tra le cosiddette emozioni fisiologiche – ovvero momenti di apatia e tristezza che si intervallano a periodi di buon umore e di allegria – che fanno parte della vita di tutti i giorni e possono riguardare chiunque, da quella condizione di costante tristezza, angoscia, insoddisfazione e senso di vuoto, di pessimismo verso sé stessi, gli altri e il proprio futuro che permane indipendentemente da fattori esterni. In questi casi, la sofferenza diventa insopportabile, al punto da comprometterne il funzionamento sociale e lavorativo delle persone e causare isolamento e ritiro sociale. Le persone depresse guardano il mondo attraverso “occhiali con lenti scure”: la quotidianità diventa opaca e le giornate sembrano montagne insormontabili da scalare. Vivono la propria condizione con un senso di colpa, convinti che sia frutto del loro carattere o della loro mancanza di forza di volontà, lontani dalla realtà in quanto tale. “La depressione è una malattia vera e propria che va curata, esattamente come avviene per le altre patologie, soprattutto perché dalla depressione si può guarire o, nei casi più gravi, si può migliorare significativamente la qualità della vita del paziente”, dichiara il prof. Antonio Vita, vicepresidente Società Italiana di Psichiatria, direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Servizi per le Dipendenze Spedali Civili di Brescia. “I sintomi possono includere una tristezza persistente, la perdita di interesse verso le attività quotidiane, auto-svalutazione, agitazione o rallentamento, alterazioni del sonno e dell’appetito; in questi casi, la prima cosa da fare è quella di rivolgersi al medico, che saprà valutare con precisione il disturbo e avviare la persona a un corretto percorso terapeutico. Lo specialista di riferimento per la cura della depressione è lo psichiatra e solitamente il trattamento include la terapia farmacologica, elemento cardine della cura, e la psicoterapia.”

Ancora troppi i falsi miti e i luoghi comuni sulla depressione, il male oscuro che sta facendo registrare dati preoccupanti tra i giovani italiani, circa 8,2milioni di ragazzi tra i 12 e i 25 anni, nei quali si assiste a un forte aumento di casi: al 10% già stimato prima della pandemia [ISTAT, 2018], vanno aggiunti i nuovi casi da Covid. Secondo studi recenti, il problema riguarda oggi una popolazione molto ampia: 1 adolescente su 4 ha sintomi clinici di depressione, e 1 su 5 segni di un disturbo d’ansia. “Questo fenomeno è probabilmente associato al diffondersi di stili di vita scorretti – come abuso di alcol e stupefacenti, regimi alimentari sbilanciati – alle trasformazioni sociali delle strutture familiari e amicali e alle trasformazioni tecnologiche che hanno contributo a far aumentare sentimenti di inadeguatezza e sofferenza psichica”, afferma il dott. Mauro Emilio Percudani, direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze, Ospedale Niguarda di Milano. “Un insieme di fattori che è stato amplificato da una “sospensione” delle abitudini di vita degli ultimi anni provocata dalla pandemia.”

Le cause della depressione includono complesse interazioni fra fattori biologici, sociali e psicologici. Generalmente alla base c’è un fattore temperamentale, per cui una persona può essere predisposta a questo genere di disturbi; esperienze negative durante l’infanzia ed eventi di vita stressanti possono agire da detonatore. Sicuramente la genetica influenza il rischio, che è da 2 a 4 volte maggiore nel caso in cui si abbiano dei familiari affetti da depressione. Nei casi di depressione, molto importante il ruolo della famiglia, che deve spronare il familiare che presenta sintomi a rivolgersi al medico di fiducia per essere indirizzato agli specialisti competenti. Inoltre, è molto importante che la famiglia faccia sentire al proprio caro che non è solo, ma anzi che è compreso e supportato come lo sarebbe per qualunque altra patologia. Mai sminuire o ridicolizzare le sue emozioni, e neppure forzarlo a uscire o praticare attività che non si sente di fare.

“La Medicina Generale è da sempre impegnata a cogliere gli aspetti più profondi della persona”, dichiara la dott.ssa Daiana Taddeo, referente Area Nazionale Ricerca SIMG. “Le alterazioni del tono dell’umore oggi rappresentano un problema che colpisce la popolazione di qualsiasi età, ma sono disponibili risposte terapeutiche e strumenti a sostegno del paziente che devono assolutamente essere implementati. È importante uscire dallo stigma e parlare delle nostre emozioni. Il medico di famiglia ascolta, riconosce e prende in carico. Le associazioni, le strutture del territorio, le famiglie, i medici di medicina generale e psichiatri, psicologi e psicoterapeuti, volontari dei centri di accoglienza: tutto fa rete e ognuno può avere il proprio ruolo nel risolvere la depressione.”

“Siamo orgogliosi di affiancare la Fondazione The Bridge in questo progetto di sensibilizzazione”, conclude Domenico Lucatelli, Italy market access manager di Angelini Pharma. “La nostra Azienda è impegnata da sempre nel campo della salute mentale, attraverso investimenti nella ricerca e in iniziative in grado di migliorare la qualità di vita dei pazienti e di combattere pregiudizi e tabù che ancora oggi purtroppo gravano su chi soffre di queste patologie.”