Attività fisica, alimentazione, sonno, musicoterapia, cure farmacologiche e fisioterapia. Sono solo alcuni dei focus della 2 giorni L’Empatia È Terapia e il Paziente È al Centro, Convention Parkinson Corpo e Anima, recentemente svoltasi a Torino. Oltre agli incontri scientifici, anche il concerto dei Substantia Nigra, band composta da pazienti parkinsoniani (Francesco D’Antuono, Marco Rossi, Teodoro Laino) e dimostrazioni di attività motoria adattata. L’evento ha riunito pazienti, Neurologi, Fisioterapisti, Terapisti occupazionali, Psicologi e tutte le figure che gravitano intorno al mondo del Parkinson per fare il punto sulla patologia, offrendo anche opportunità di confronto che hanno cercato di superare schemi esclusivamente ambulatoriali: “C’è stata una grandissima intensità, non solo in termini di partecipazione, ma direi proprio emotiva”, dichiara il prof. Mario Zappia, presidente della Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus. “La convention, infatti, è una manifestazione che vede le persone con Parkinson come attori principali e vede le persone che si prendono cura dei pazienti con Parkinson, i cosiddetti caregiver, partecipare con molto entusiasmo. Poi ci siamo noi operatori tecnici del settore che ci confrontiamo con loro per trovare una soluzione a problematiche che solitamente non vengono discusse durante i setting ambulatoriali, come i temi della sessualità, dell’alimentazione, oppure quei temi che aiutano a stare meglio, come la musica e l’attività fisica. È un incontro/confronto unico nel suo genere.”
Ad emergere tra i focus medici, gli studi sui benefici che l’attività fisica e l’esercizio fisico portano nel rallentare il decorso dei sintomi motori della malattia. Nello specifico, per la malattia di Parkinson l’attività motoria porta a modificazioni della plasticità del sistema nervoso riducendo la neuro-infiammazione, aumentando la sintesi di neurotrasmettitori e di sostanze neurotrofiche, potenziando il funzionamento delle sinapsi nervose. Tra i benefici sottolineati: modificazioni dell’eccitabilità corticale; modificazioni volumetriche; incremento della densità dei recettori per la dopamina; aumento dei livelli di fattori trofici. Gli studi – viene ribadito nel corso dell’incontro – dimostrano come tutto questo potrebbe portare a un rallentamento della progressione della malattia, oltre a un benessere generalizzato, ribadendo come modalità di esecuzione e intensità debbano essere tarate su ogni individuo, sulla base dello stato di avanzamento del Parkinson.