Parkinson. Neurostimolazione cerebrale e qualità di vita

Della malattia e delle sue implicazioni personali, mediche, sociali, si parlerà domenica 10 aprile, in previsione della Giornata Mondiale del Parkinson. La sua insorgenza va ricondotta alla progressiva morte dei neuroni situati nella “sostanza nera”, piccola area del cervello che, attraverso la dopamina, controlla i movimenti del corpo. La perdita di oltre il 60% di queste cellule genera la patologia, che solitamente interessa una metà del corpo e si manifesta con sintomi quali tremori involontari di alcuni organi (una mano, un piede); rigidità muscolare, che rende difficili o impossibili molti movimenti; bradicinesia, ovvero il rallentamento progressivo delle attività motorie; acinesia, cioè difficoltà ad iniziare un movimento; instabilità posturale e conseguente perdita dell’equilibrio; congelamento dell’andatura, anche noto come freezing of gait, una situazione improvvisa e transitoria (della durata di pochi secondi) nella quale il paziente è incapace di iniziare o proseguire qualsiasi movimento. Ai sintomi che riguardano l’area motoria se ne associano altri, spesso non identificati, quali postura curva, voce flebile, difficoltà di deglutizione, stipsi, disturbi urinari, pressione arteriosa, etc.

Ad oggi la malattia di Parkinson viene considerata incurabile e affrontata con un insieme di strumenti soprattutto finalizzati a migliorare i sintomi: monitoraggio, trattamenti farmacologici, interventi chirurgici, supporti psico-sociali, esercizio fisico, dieta bilanciata aiutano a convivere con una quotidianità molto difficile. Le terapie farmacologiche puntano a mantenere situazioni di equilibrio per lunghi periodi, come la levodopa (L-DOPA, precursore della dopamina), terapia non sempre facilmente reperibile ma che può migliorare la sintomatologia parkinsoniana anche per anni; a questa si possono aggiungere gli inibitori delle monoamino ossidasi B (MAO-B); gli anticolinergici per il controllo del tremore; l’amantadina, impiegata nelle forme iniziali oppure, ancora, gli enzimi deputati a degradare la levodopa e che vengono impiegati per renderla più tollerabile.

Anche sul fronte della neurochirurgia funzionale si registrano passi significativi. Soprattutto con la Stimolazione Cerebrale Profonda (deep brain stimulation, DBS), oggi la procedura chirurgica più evoluta per ridurre i sintomi legati ai disturbi del movimento. La DBS è un intervento efficace e sicuro che prevede l’introduzione di un sottilissimo elettrodo nella zona del cervello responsabile dei tremori, collegato a un piccolo stimolatore impiantato sottocute, all’altezza della clavicola. Gli impulsi elettrici arrivano a stimolare il “centro nervoso” individuato come bersaglio e favoriscono la migliore trasmissione dei segnali dal cervello , riducendo drasticamente i sintomi motori.

Boston Scientific ha messo a punto una procedura DBS caratterizzata da un sistema direzionale costituito dal neurostimolatore Vercise™ Gevia™ e dal catetere che seleziona in modo accurato il bersaglio verso cui indirizzare la stimolazione. Il sistema è stato di recente implementato con i dispositivi Stimview e Guide XT, che permettono il posizionamento degli elettrodi con altissima precisione e migliorano in modo significativo le tecniche di imaging pre e post intervento. I dispositivi impiantabili di Boston Scientific sono dotati di batterie “tradizionali” che si esauriscono dopo circa 5 anni e devono essere sostituite, oppure di batterie ricaricabili, con una previsione di durata fino a 25 anni, che possono essere ricaricate direttamente dal paziente. La ricarica, semplicissima e gradita all’ 87.3% dei pazienti, viene effettuata tramite una piccola placca collocata all’altezza del generatore di impulsi e racchiusa in una fascia appoggiata sulla pelle.

Le evidenze cliniche sulla DBS confermano miglioramenti già nei primi giorni successivi all’intervento, ma uno degli aspetti più rilevanti è soprattutto la riduzione dei farmaci dopaminergici dal 59% all’80%, mentre alcuni pazienti non necessitano più di alcuna terapia farmacologica.