Patologie oculari croniche e perdita della vista

Il nostro occhio, che spesso non viene considerato un organo fragile e a rischio di ammalarsi come cuore e polmoni, è esposto a malattie croniche, degenerative e invalidanti quali la degenerazione maculare senile, il glaucoma e le retinopatie. La sua salute va quindi sempre preservata. “La salute dell’occhio è sottovalutata così come lo sono le patologie oculari croniche, degenerative e che portano a cecità e il peso sociale ad esse correlato, che comporta riduzione della mobilità e dell’autonomia individuale, il rischio di incidenti e l’aumento di casi di depressione”, dichiara Tiziano Melchiorre, Segretario Generale IAPB Italia Onlus. Nell’ambito delle patologie oculari, la maculopatia senile umida (o essudativa) è la principale causa prevedibile di grave perdita della vista e cecità negli adulti over65, con un impatto stimato in 20-25milioni di persone in tutto il mondo, un numero che, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è destinato a crescere sia per la condizione degli attuali pazienti che per l’allungamento dell’aspettativa di vita. La fisiopatologia è legata all’aumento di una proteina, chiamata VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor), che stimola la formazione anomala di vasi sanguigni nell’occhio. Questi, a loro volta, perdono liquido che si accumula e modifica la naturale struttura della retina danneggiando e minacciando la sopravvivenza dei fotorecettori. I fotorecettori sono neuroni specializzati che catturano la luce e la trasformano in segnali elettrici per il cervello, permettendo la visione.

“La diagnosi della maculopatia deve essere precoce perché da questa patologia purtroppo non si guarisce”, spiega il dottor Matteo Piovella, presidente Società Oftalmologica Italiana SOI. “Le strategie terapeutiche tempestive comprendono il controllo del fluido patologico in modo da impedire il danneggiamento di altri fotorecettori oltre a quelli già compromessi, mantenendo quindi lo status quo in termini di vista. In caso di successo parliamo quindi di ‘controllo’ della malattia e al paziente deve essere spiegato con attenzione il rischio di progressione della malattia per sensibilizzarlo sull’importanza del mantenimento nel tempo della terapia. In Italia ben il 70% della popolazione non riceve o riceve in maniera parziale la terapia, vanificandone il risultato curativo.” Poiché si tratta di una patologia degenerativa cronica dell’occhio, la maculopatia senile umida ha spesso un impatto rapido e devastante sulla vita di pazienti e caregiver. Il gold standard terapeutico per la malattia nella sua forma umida è rappresentato da un trattamento continuativo a base di iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF, una classe di molecole che agisce inibendo la proliferazione dei nuovi vasi sanguigni all’interno della retina e arginando la perdita di fluido retinico.