Perché la variante Omicron BA.2 è difficile da diagnosticare

Secondo quanto comunicato dalle autorità sanitarie danesi, questa specifica variante sarebbe di difficile identificazione, rispetto a Omicron, perché non presenta la delezione del gene S, che permette direttamente già dal tampone di sospettare appunto l’appartenenza alla variante Omicron. Ciò significa che per identificare BA.2 è invece necessario sequenziare tutti i campioni, richiedendo importanti risorse di laboratorio e di analisi. Finora sono 40 i Paesi che, dal 17 novembre 2021, hanno caricato più di 8mila sequenze BA.2 su Gisaid, il portale internazionale di dati genomici. La maggior parte dei campioni è stata caricata dalla Danimarca, che figura tra le prime nazioni al mondo per capacità di sequenziamento; altri Paesi con più di 100 campioni sono India, Svezia e Singapore. Nel Regno Unito, la UK Health Security Agency ha designato il sotto-lignaggio BA.2 come “variante sotto inchiesta” lo scorso 21 gennaio. Uno studio inglese segnala un incremento dei nuovi casi sintomatici giornalieri di Covid, aumentati del 10% circa in una sola settimana, e ipotizza una maggior contagiosità di BA.2; su 1.816 campioni positivi analizzati dall’Imperial College London, il 99% è risultato essere Omicron – di cui 6 del sotto-lignaggio BA.2 posto sotto investigazione – mentre il restante 1% è risultato essere Delta.

Il dott. Tom Peacock, virologo presso l’Imperial College di Londra, ha inoltre confermato la presenza di alcune evidenze di una maggiore trasmissibilità rispetto a BA.1: “La crescita costante in più Paesi è una prova che BA.2 possa in una certa misura essere più trasmissibile di BA.1”, spiega. “Sfortunatamente questo è anche il punto al quale le evidenze [finora disponibili] per lo più terminano.”