PneumoTrieste 2024. Focus sulle nuove prospettive nella cura delle maggiori malattie polmonari

I risultati delle più recenti ricerche e le nuove prospettive nella cura delle maggiori malattie polmonari al centro del meeting medico-scientifico PneumoTrieste 2024, al quale parteciperanno circa 600 Specialisti provenienti da tutta Italia e dall’estero, per confrontare conoscenze non solo di diverse specialità, ma anche di varie discipline scientifiche, come auspicato dal prof. Umberto Veronesi, che affermava: “Si cura meglio dove si fa anche ricerca”; citazione – ricordano gli organizzatori – “divenuta una delle linee guida a Trieste per una Medicina sempre più scientifica, premiata anche dai risultati rilevati dal Rapporto AgenasFVG 2024, che evidenzia come la ‘fuga’ dal Friuli Venezia Giulia per pazienti pneumologici sia in pratica la minore di tutte le Specialità mediche e chirurgiche”. In programma dal 06 all’08 maggio, PneumoTrieste 2024 ha visto in apertura gli indirizzi di saluto del presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga; del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza; del direttore generale di Asugi, Antonio Poggiana; della nuova presidente di Amar FVG, avv. Tiziana Benussi; del presidente di Acsi, Filippo Martone. L’evento è organizzato con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, Asugi, Società Italiana di Pneumologia e numerose Associazioni tra cui Acsi, Amar FVG, Lam Italia, Alfa 1-AT, Amip, Aipo; curatore del programma, il responsabile scientifico e coordinatore, prof. Marco Confalonieri, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Università di Trieste – Struttura Complessa di Pneumologia dell’Ospedale di Cattinara, Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste.

“Nell’ambito del focus sulle nuove prospettive nella cura delle malattie polmonari, che sarà come sempre accompagnato dall’approfondimento di temi di interesse clinico, segnalo per esempio l’intervento della prof.ssa Laura Attardi, docente di Medicina all’Università di Stanford in California, che illustrerà i risultati di una recente ricerca sul carcinoma polmonare, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature, che apre nuove prospettive nella cura di questo temibile tumore”, dichiara Confalonieri, alla presenza anche di Sergio Harari, docente all’Università di Milano, direttore Pneumologia e Medicina Interna, Ospedale San Giuseppe di Milano, e del prof. Umberto Meduri, docente di Medicina dello University of Tennessee Health Science Center UTHSC, Memphis, USA. “In particolare, l’équipe della prof. Attardi ha dimostrato che, attivando il programma di rigenerazione dei tessuti tramite la proteina p53, è possibile sopprimere lo sviluppo dell’adenocarcinoma polmonare, la più diffusa forma di cancro ai polmoni. In pratica, quando il tessuto polmonare è danneggiato (per esempio da esposizione a fumo di sigaretta a cui circa l’80% dei casi è correlato) si ha normalmente l’attivazione di un processo di riparazione al danno che è orchestrato dalla proteina p53. La prof.ssa Attardi ha dimostrato che, senza l’utile spinta della proteina p53, la cellula polmonare che cerca di rigenerare il tessuto danneggiato si blocca in una pericolosa fase intermedia e immatura, libera dai normali vincoli di crescita, e quindi si trasforma in cellula tumorale che cresce in modo incontrollato. Quindi agire sulla mancata rigenerazione tessutale in seguito al danno può prevenire lo sviluppo del tumore.”

Altra importante ricerca scientifica presentata a PneumoTrieste 2024 è quella relativa alla cura dei tumori polmonari senza l’uso di chirurgia né chemioterapia: il prof. Pietro Valdastri, bioingegnere di Pisa che da anni lavora all’Università di Leeds, Regno Unito, ha messo a punto un metodo per trattare in modo mininvasivo e sicuro i noduli polmonari tramite un laser, introdotto con una semplice broncoscopia all’interno dei polmoni con eliminazione mirata dei noduli polmonari contenenti le cellule tumorali. “La sicurezza del metodo ideato dal prof. Valdastri – conclude Confalonieri – è assicurata dalla generazione di campi magnetici con gradienti appropriati che permettono all’energia del laser di raggiungere esattamente il nodulo da eliminare.”