Al Policlinico di Milano il coordinamento per il trattamento salvavita in caso di insufficienza respiratoria acuta e grave

Al Policlinico di Milano è stato affidato il ruolo di coordinatore nella gestione della sindrome da insufficienza respiratoria acuta e grave, condizione critica causata da varie patologie, tra cui polmoniti gravi, lesioni ai polmoni o complicazioni di altre malattie. Nella maggior parte dei casi, i pazienti che presentano questi sintomi hanno la necessità del trattamento salva vita ECMO (extracorporeal membrane oxygenation). Il metodo funge da polmone artificiale: il sangue viene prelevato dal corpo, ossigenato artificialmente e poi reimmesso, permettendo ai polmoni danneggiati di riposarsi e guarire mentre l’ECMO supporta la funzione respiratoria.

L’attività è gestita dalla Terapia Intensiva diretta dal prof. Giacomo Grasselli: “I pazienti che presentano sintomi di insufficienza respiratoria acuta grave vengono segnalati dai vari ospedali alla Centrale Operativa di AREU che indirizza la chiamata alla nostra Terapia Intensiva”, spiega. “Il nostro compito è di indirizzare il paziente all’ospedale più adeguato, tenendo conto dei dati clinici, della distanza geografica e della disponibilità di posti letto. I pazienti più gravi vengono centralizzati negli Ospedali dove è possibile effettuare il trattamento ECMO. I vantaggi di questa strategia includono una migliore gestione delle risorse, un risparmio di tempo significativo e risultati ottimali nel trattamento di pazienti con gravi problemi respiratori. Il sistema assicura che tutti i pazienti lombardi necessitanti di ECMO abbiano accesso a questo trattamento salvavita, migliorando considerevolmente le loro prospettive di salute.”

In Lombardia le Terapie Intensive che gestiscono l’ECMO per insufficienza respiratoria oltre al Policlinico di Milano sono: San Gerardo di Monza; Papa Giovanni XXIII di Bergamo; San Matteo di Pavia e San Raffaele.

In Italia, più di 1.300 pazienti con insufficienza respiratoria sono stati trattati con ECMO nel decennio precedente al 2019; in Lombardia, vengono trattati tra i 60 e i 70 pazienti l’anno. La riorganizzazione, che prevede anche un coordinamento costituito dal San Raffaele e dall’Ospedale Niguarda per pazienti che necessitano di un trattamento ECMO per insufficienza cardiaca, rappresenta uno sviluppo ulteriore della rete delle Terapie Intensive.