Al Policlinico di Milano è attivo il percorso che permette di avere il proprio partner accanto anche durante l’intervento chirurgico del cesareo programmato: “Un piccolo cambiamento, ma un grande passo in avanti per rendere il momento della nascita sempre più inclusivo e accessibile”, spiega la Struttura. “Il taglio cesareo è una procedura chirurgica a tutti gli effetti e per la futura mamma può essere impegnativa sia dal punto di vista fisico, sia psicologico ed emotivo”, dichiara Irene Cetin, direttrice dell’Ostetricia al Policlinico di Milano. “Questo percorso di ‘cesareo dolce’ è dedicato a tutti gli interventi di taglio cesareo programmato, e quindi non comprende eventuali situazioni di urgenza o emergenza. Ogni nascita è un momento fondamentale per la famiglia, che deve essere vissuto nel modo migliore. Nel parto tradizionale o vaginale la presenza del papà o del partner è ormai data per scontata, ma nel cesareo non è ancora così dappertutto. Per questo abbiamo voluto rendere questa presenza una costante, in modo da ridurre la medicalizzazione della procedura ma anche far vivere alla famiglia un momento che per loro sarà sempre fondamentale.”
Nel dettaglio, il partner viene informato di come avverrà il taglio cesareo programmato già durante il corso preparto, e potrà decidere liberamente se partecipare o meno all’intervento. Al momento del parto vero e proprio sarà vestito con il camice, i calzari e la cuffia da sala operatoria per preservare la sterilità dell’ambiente, e potrà stare accanto alla mamma fino alla nascita del bambino. “L’obiettivo nel breve futuro è quello di implementare anche lo skin to skin dopo il parto cesareo, ovvero il contatto pelle a pelle tra la mamma e il neonato”, continua Cetin. “Consentire la presenza del partner anche nei cesarei programmati conferma la nostra volontà di migliorare sempre più il percorso dedicato alla gravidanza e alla nascita, in ottica pienamente inclusiva”, dichiara Matteo Stocco, direttore generale del Policlinico. “Vogliamo che la donna partorisca consapevolmente, in un ambiente in cui le sue richieste vengono ascoltate. E la nostra recente iniziativa dedicata all’inclusione delle mamme sorde o straniere va esattamente nella stessa direzione: quella di portare più scelta e consapevolezza nel percorso, e dare alle nostre pazienti il pieno controllo su ogni fase della loro gravidanza.”