L’AOU di Modena ha attivato nelle scorse settimane, presso l’Oculistica del Policlinico, un nuovo Ambulatorio chirurgico di Oculistica, dedicato alle iniezioni intravitreali per la cura delle maculopatie. Il nuovo percorso, attraverso l’utilizzo di un carrello a flusso laminare, permette di ridurre sensibilmente la carica batterica nell’area contigua, consentendo di liberare la Sala Operatoria principale per contribuire ad abbattere le liste di attesa per interventi più invasivi di routine, come la cataratta, spiega la Struttura. Allo stesso tempo, consente di intervenire con più rapidità e efficienza nel trattamento della maculopatia senile, malattia degenerativa della retina che colpisce circa il 15% degli over85 e l’1% degli over55, in crescita esponenziale e causa principale di ipovisione nelle persone adulte nei Paesi industrializzati. “Si tratta di un importante upgrade della nostra capacità di gestire pazienti fragili e destinati ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione, sfida importante per la Sanità Pubblica e la Società nel suo complesso”, dichiara il direttore generale, dott. Claudio Vagnini. “Con questo nuovo Ambulatorio, la nostra Struttura fa un importante passo avanti incontro alle esigenze di una grossa fetta di pazienti che ora può trovare una risposta appropriata al proprio problema”, afferma il prof. Luigi Chiarini, direttore f.f. dell’Oculistica, docente Unimore.
Il nuovo Ambulatorio per le iniezioni intravitreali è aperto 2 mattine alla settimana, per un totale di circa 60 interventi. Con l’acquisizione di un nuovo macchinario OCT, che avverrà nelle prossime settimane, anche grazie all’assegnazione di un bando nazionale per il miglioramento dei percorsi di maculopatia, potranno essere eseguiti visita di controllo e iniezione nello stesso giorno, ottimizzando ulteriormente – sottolinea la Struttura – le tempistiche organizzative e migliorando la qualità di vita dei pazienti e dei loro accompagnatori. Nel nuovo Ambulatorio per le iniezioni intravitreali sono disponibili tutti i farmaci per questa patologia, comprese le nuove molecole a maggior durata di azione, che consentono di ridurre il numero di iniezioni annue. Questo risultato è stato ottenuto anche grazie a un finanziamento di 40mila euro da parte di Roche, al termine di un bando di ricerca vinto dal progetto della Struttura Complessa di Oftalmologia di AOU di Modena.
“La maculopatia è una patologia che colpisce la macula cioè la porzione più nobile centrale della retina deputata alla visione distinta delle cose”, spiega il dott. Tommaso Verdina, responsabile del Servizio Maculopatie dell’AOU di Modena. “La maculopatia è una malattia cronica e progressiva e la forma essudativa, quella più aggressiva, è caratterizzata dalla comparsa di neovasi che portano ad una essudazione all’interno della retina o sotto ad essa che ne altera la corretta anatomia e funzionalità. Questo porta la maggior parte delle volte ad una rapida perdita della visione centrale con visione distorta delle immagini ma con risparmio della retina periferica evitando per questo la cecità assoluta. La terapia in questi casi è quella intravitreale IVT, che consiste nell’utilizzo di farmaci che vengono iniettati all’interno del corpo vitreo che permettono di bloccare la crescita dei neovasi e di limitare le loro complicanze, come l’edema retinico EMC.”
Al Policlinico di Modena, vengono eseguite circa 2.500 iniezioni all’anno per maculopatie essudative, legate principalmente a degenerazione maculare senile ma anche causate da diabete, miopia elevata e patologie vascolari della retina; circa 1.500 i pazienti attualmente seguiti presso la Struttura. “Essendo queste patologie legate all’invecchiamento, sono in costante aumento, così come la richiesta delle loro cure”, dichiara il dott. Gianluca Scatigna, oculista del Policlinico. “Inoltre, essendo patologie croniche i pazienti raramente vengono dimessi dal servizio a fronte di un continuo arruolamento. Questo aumento esponenziale ne rende pertanto necessaria una revisione dei protocolli di diagnosi e cura.”
In precedenza, le IVT venivano effettuate in Sala Operatoria, comportando un notevole impegno organizzativo, dilatando in maniera significativa i tempi di attesa di primo accesso del paziente e impedendo la realizzazione di percorsi agili in grado di abbattere il tempo intercorrente tra la diagnosi ed il trattamento: “Il trasferimento delle IVT in setting ambulatoriale dedicato, conforme ai requisiti di asepsi e sterilità richiesti mediante utilizzo di carrello a flusso laminare, oltre a liberare spazi nelle Sale Operatorie per interventi a più alto rischio, consente una miglior gestione dei pazienti garantendo la massima tempestività e continuità nella presa in carico nonché appropriatezza terapeutica e sicurezza nell’esecuzione dei trattamenti”, dichiara Verdina. “Inoltre, attraverso protocolli di diagnosi e cura più adeguati come il modello Treat and Extend T&E, nel quale visita e iniezione vengono eseguiti il medesimo giorno e nel quale vengono richieste nuove iniezioni sempre più dilazionate nel tempo in base alla attività della malattia, si riescono a razionalizzare le risorse e ridurre gli accessi in Ospedale da parte dei pazienti con importante beneficio anche nei confronti degli accompagnatori.”
“L’implementazione di questo nuovo ambulatorio permette una gestione del paziente a 360°”, afferma la dott.ssa Stefania Piaggi, ortottista, responsabile dell’Ambulatorio di Riabilitazione Visiva, coordinatore Ortottica, in conclusione della conferenza stampa, alla quale ha partecipato anche il dott. Andrea Lazzerini, oculista dell’AOU di Modena. “Consente inoltre il follow-up e, nei casi in cui si rende necessari, di inviare il paziente all’Ambulatorio di riabilitazione visiva.”