DOMANDA
“Dopo intervento robotico alla prostata per tumore sono totalmente incontinente e costretto a cambiare almeno 4 pannoloni al giorno, a volte anche 5. Mi hanno parlato di uno sfintere artificiale che trattiene le urine, potrei sapere di cosa si tratta? Nel reparto dove sono stato operato mi hanno parlato anche di uno sling, ma li ho visti molto titubanti e non sicuri del risultato. Io ho 62 anni , operato da 2, e sono disperato. Non ho più voglia di cambiare pannoloni e sentire odori che mi costringono a stare quasi sempre in casa. Posso risolvere questa incontinenza?”
RISPOSTA
Il problema dell’incontinenza urinaria grave dopo prostatectomia radicale è un problema importante, non rarissimo ma che può essere risolto. Quando si tratta di una incontinenza da sforzo e si cambiano al massimo 1 o 2 piccoli pannolini, in quanto la perdita è lieve, allora la soluzione potrà essere fornita anche dallo sling. Si tratta di una retina che viene posizionata sotto l’uretra in modo da comprimere l’uretra stessa e aumentare la pressione di chiusura. Quando invece la perdita di urine supera i 200 g (dato che si ricava dalla misurazione del peso dei pannolini), allora è necessario posizionare lo sfintere artificiale, tramite intervento chirurgico. Lo sfintere artificiale è composto da una cuffia che si posiziona attorno all’uretra bulbare, un piccolo serbatoio che si mette in addome, e la pompetta di attivazione dello sfintere, posizionata nella parte alta dello scroto. Quando si deve urinare è necessario schiacciare la pompetta nello scroto. In questo modo si rilascia la cuffia attorno all’uretra permettendo di urinare. Dopo quasi 2 minuti la cuffia si riempie automaticamente di liquido, stringendo l’uretra e consentendo di trattenere le urine. In questo modo viene assicurata una perfetta continenza. Si tratta di un intervento minimamente invasivo della durate di circa un’ora.