Presentata a Roma la XVII Edizione del Rapporto Meridiano Sanità: “Stato di salute italiano superiore alla media europea”

Per quanto riguarda l’Indice dello Stato di Salute della popolazione, l’Italia ottiene risultati migliori della media europea per tutti gli indicatori analizzati, a eccezione della prevalenza standardizzata delle patologie croniche ad alto impatto, legate all’invecchiamento demografico e a fattori di rischio per la salute. Con riferimento all’Indice di Mantenimento dello Stato di Salute, l’Italia ottiene un risultato complessivo in linea con la media europea: risulta migliore nell’ambito dell’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria (ricoveri evitabili, efficacia delle cure, qualità delle cure); è in linea con la media per quanto riguarda la capacità di risposta dei sistemi ai bisogni di salute (coperture vaccinali e screening); continua ad essere critico il tema delle risorse economiche per il comparto Sanità.

Mettendo in relazione i 3 indici, i Paesi del Mediterraneo, tra cui l’Italia, presentano valori per gli Indici dei Determinanti di salute e di Mantenimento dello stato di salute più bassi della media con potenziali impatti negativi nel medio-lungo periodo sullo stato di salute dei cittadini. A livello regionale, il quadro generale restituisce invece un forte divario tra Nord-Centro e Sud del Paese. Le risorse economiche per la Sanità continuano a essere insufficienti: anche nel 2021, l’incidenza della spesa sanitaria sul PIL continua a essere ampiamente inferiore ai principali Paesi europei (7,2% dell’Italia vs l’11% della Germania e il 10,3% della Francia), così come la spesa sanitaria pubblica pro capite a parità di potere d’acquisto (2.580 euro dell’Italia vs 5.370 euro della Germania e 3.916 euro della Francia). La spesa sanitaria pubblica, cresciuta significativamente durante la pandemia e pari a 127,8miliardi di euro nel 2021, dovrebbe raggiungere il suo picco nel 2022 (134miliardi di euro) secondo le ultime stime contenute della Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza di novembre 2022 per poi diminuire a partire dal 2023. L’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL al 2025 è data al 6%, con risorse in valore assoluto insufficienti per recuperare il gap di spesa nei confronti dei principali Paesi competitor.

Considerando l’evoluzione dei fattori economici (PIL pro capite e spesa pro capite per fascia d’età), dei fattori demografici (struttura e proiezione della popolazione per fascia d’età), del contesto epidemiologico (prevalenze delle patologie più impattanti per mortalità e disabilità) e dei fattori di rischio associati alle principali patologie (fumo, alcol, obesità, sedentarietà), il modello previsionale della spesa sanitaria di Meridiano Sanità ha stimato che l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL al 2050 sarà pari al 9,5%, valore di gran lunga superiore all’incidenza attuale ma ancora inferiore rispetto a Paesi quali Germania e Francia. Tale livello di spesa risulta al momento incompatibile con lo scenario di invecchiamento demografico e di calo della natalità che porta con sé la riduzione del numero di occupati che, con i loro redditi da lavoro, sono i principali contributori alla spesa sanitaria. Le simulazioni elaborate da Meridiano Sanità mettono in luce come l’azione congiunta su 5 leve quali la pressione fiscale, i flussi migratori, l’età pensionabile, la forza lavoro potenziale e il tasso di occupazione, permette di rendere sostenibile questo scenario. Secondo “l’equazione” di Meridiano Sanità, prevenzione e innovazione sono i 2 capisaldi in grado di generare Valore per i cittadini e per il sistema, oggi e in futuro. L’innovazione farmacologica e medicale ha contribuito in maniera significativa al miglioramento della qualità di vita dei cittadini: l’attività di ricerca delle oltre 5.400 aziende impegnate nello sviluppo di nuove molecole nel mondo conta nel 2022 oltre 20mila terapie (valore quadruplicato rispetto al 2001), di cui 7.772 riguardano l’area oncologica, 3.301 quella neurologica e quasi 2.800 quella infettivologica. I settori farmaceutico e medicale si contraddistinguono per un elevato valore aggiunto, alte produttività e intensità di ricerca e sviluppo e know-how distintivo. A questo si aggiunge la presenza di un ecosistema della ricerca fortemente integrato, che oggi posiziona l’Italia al 1° posto nel mondo per numero di pubblicazioni per ricercatore e al 1° posto nell’Unione Europea per citazioni di pubblicazioni in ambito Life Sciences. La XVII Edizione del Rapporto Meridiano Sanità è stata realizzata con il contributo non condizionante di Amgen, bioMérieux, MSD, Pfizer e Sanofi.