Il Progetto FAI – Fibrillazione Atriale in Italia ha consentito di stimare, per la prima volta nel nostro Paese, la frequenza della fibrillazione atriale in un campione rappresentativo della popolazione anziana, costituito da 6mila over65 arruolati tra gli assistiti dei Medici di Medicina Generale in 3 Unità Operative in Lombardia, Toscana e Calabria. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a una procedura di screening e successiva conferma clinica. Lo studio è servito inoltre a sviluppare e validare una metodologia direttamente trasferibile ai Medici di Medicina Generale e al SSN. I dati raccolti indicano nella popolazione anziana una frequenza della fibrillazione atriale dell’8,1%. Ciò significa che ne è colpito 1 anziano su 12, portando a stimare in circa 1,1 milioni i soggetti affetti da questa aritmia in Italia.
Lo studio ha permesso di dimostrare che, per effetto dei cambiamenti demografici, questi numeri saranno in costante crescita nei prossimi anni, fino a raggiungere 1,9 milioni di casi nel 2060. Utilizzando le proiezioni demografiche fornite dall’Ufficio Europeo di Statistica (Eurostat), la ricerca ha permesso anche di stimare i casi di fibrillazione atriale attesi nella popolazione anziana dei 28 Paesi dell’Unione Europea. I casi prevalenti nel 2016 risultavano 7,6 milioni, destinati praticamente a raddoppiare fino a 14,4 milioni nel 2060. Inoltre, mentre nel 2016 in Italia gli ultraottantenni affetti da fibrillazione atriale rappresentavano il 53% dei casi, per effetto dei trend demografici nel 2060 saranno il 69% del totale, e in Europa si passerà dal 51% al 65%.
Il Progetto FAI è stato promosso e sviluppato dal prof. Domenico Inzitari, del Dipartimento Neurofarba dell’Università degli Studi di Firenze, in qualità di Responsabile Scientifico, e dal dott. Antonio Di Carlo, dell’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in qualità di Coordinatore Scientifico, insieme ai Responsabili delle quattro Unità Operative del Progetto, dott. Leonardo Bellino (Firenze), dott. Domenico Consoli (Vibo Valentia), dott. Fabio Mori (Firenze) e dott. Augusto Zaninelli (Bergamo). “Si tratta di uno studio molto importante perché ha permesso di evidenziare come al di sopra dei 65 anni l’8,1% della popolazione sia affetto da fibrillazione atriale”, dichiara il prof. Mancardi, Presidente della Società Italiana di Neurologia. “Si tratta di una condizione che aumenta fortemente il rischio che si formino coaguli all’interno del cuore e quindi il rischio della successiva comparsa di una embolizzazione che può interessare le arterie cerebrali, con conseguente improvvisa ostruzione di importanti vasi arteriosi cerebrali e comparsa di un ictus cerebrale ischemico; circa un quarto di tutti gli ictus cerebrali sono dovuti a questo meccanismo. È molto importante quindi riconoscere le persone che presentano fibrillazione atriale e iniziare una terapia preventiva primaria con anticoagulanti orali.”
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Europace, organo ufficiale della European Society of Cardiology e della European Heart Rhythm Association.