Un progetto per monitorare le infezioni nelle Rsa e formare gli operatori

Una nuova rilevazione nazionale sulla prevalenza delle infezioni correlate all’assistenza (Ica) nelle Rsa, che copre la maggioranza delle Regioni; un censimento dei bisogni formativi e delle buone pratiche per la prevenzione che portino alla realizzazione di un vero e proprio manuale; la realizzazione di un Corso online di formazione per almeno 5mila operatori. Questi alcuni degli obiettivi del progetto Ccm La Tutela della Salute nelle Strutture Residenziali Sociosanitarie: un Impegno Condiviso per Prevenire e Controllare le Infezioni Correlate all’Assistenza, finanziato dal Ministero della Salute. I partecipanti al progetto, coordinato dall’Università di Udine e a cui partecipa anche l’Iss, si sono riuniti nei giorni scorsi a Udine per fare il punto sullo stato dell’arte dei vari obiettivi del progetto e presentare i primi risultati. “Questa può essere una piattaforma molto utile”, dichiara Silvio Brusaferro, coordinatore del progetto. “È un progetto che partendo dai dati auspica di fornire degli strumenti che possano aiutare il sistema nell’assistenza agli anziani e ai fragili.”

Come ribadito nel corso della 2-giorni recentemente svoltasi a Udine, le Rsa sono luoghi particolarmente a rischio di infezioni correlate all’assistenza, ed è forte anche la possibilità che le infezioni acquisite nelle residenze vengano “trasferite” agli Ospedali e viceversa, una ulteriore sfida a causa della crescente prevalenza di microrganismi resistenti agli antibiotici. Da qui la necessità di “fotografare” la situazione nelle Strutture e progettare interventi di prevenzione. Dal punto di vista della prevalenza delle Ica un progetto coordinato dall’Università di Torino sta raccogliendo dati da oltre 400 Strutture in 18 Regioni, che hanno fornito i dati sulle Ica riscontrate e sul consumo degli antibiotici coordinati con la sorveglianza europea, gestita dall’ECDC. Una mappatura più ampia è in corso, e ha già raggiunto oltre 700 Strutture. È iniziata un’analisi dei meccanismi con cui vengono “scambiati” i patogeni fra Ospedali e Rsa, con l’obiettivo di individuare comportamenti e situazioni a rischio. In procinto di essere avviato anche il censimento dei bisogni formativi delle Rsa, che darà vita a un Corso Fad, realizzato dall’Iss, che formerà almeno 5mila operatori.

“L’obiettivo è aumentare la consapevolezza e le competenze del personale delle strutture residenziali socio-sanitarie sul tema della prevenzione e controllo delle infezioni attraverso un corso di formazione a distanza asincrona, ma anche almeno 2 eventi in streaming sincroni”, afferma Paolo D’Ancona, responsabile per l’Iss. A completare gli obiettivi del progetto anche una valutazione delle necessità, delle criticità e delle buone pratiche nelle Rsa per la realizzazione di materiale informativo, da un vero e proprio manuale a un kit digitale.

Il progetto è coordinato dal Dipartimento di Medicina dell’Università di Udine, che vede come capofila la Regione Friuli-Venezia Giulia e la partecipazione dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale ASU FC e dell’Istituto Superiore di Sanità. È finanziato con 500mila euro dal Ministero della Salute nell’ambito del programma 2023 del Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie. Complessivamente, sono 12 le Unità Operative coinvolte, fra cui altre 7 Regioni (Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia e Toscana) e 5 Università (Catania, Torino, Udine, Pisa e Molise).