Raddoppiano i casi di vaiolo delle scimmie. Arrivano i primi vaccini. Virus presente anche in saliva e liquido seminale

Vaiolo delle scimmie, si tratta di un’altra emergenza sanitaria? A questa domanda stanno cercando di rispondere i responsabili dell’OMS. Quel che è certo è il raddoppio di casi nell’ultima settimana, oltre alla preoccupazione destata dal fatto che il virus sia presente nei tutti i fluidi corporei, e quindi altamente contagioso. “I 6mila casi di vaiolo delle scimmie nell’Unione Europea, con un aumento del 50% rispetto alla scorsa settimana, sono motivo di grave preoccupazione per la salute pubblica”, dichiara la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides. “La reazione dell’Ue è stata rapida e con la nostra Autorità per la preparazione e la risposta sanitaria (Hera) abbiamo acquistato vaccini per tutti gli Stati membri utilizzando il bilancio dell’Ue. Nel giro di poche settimane, abbiamo acquistato circa 110mila dosi e abbiamo già consegnato ai paesi più colpiti, tra cui Spagna, Germania, Portogallo, Belgio e Irlanda.” Ulteriori consegne arriveranno nelle prossime settimane. In Italia, le prime 5.300 dosi iniziali di vaccini per il vaiolo delle scimmie sono arrivate nei giorni scorsi.

Sul fronte della ricerca, le novità non sono però del tutto incoraggianti. Nell’attuale epidemia di vaiolo delle scimmie, la trasmissione dell’infezione tramite fluidi corporei, come la saliva, potrebbe giocare un ruolo importante finora sottovalutato: uno studio condotto da ricercatori dell’Hospital Clínic-Universitat de Barcelona e pubblicato su Eurosurveillance, rivista dell’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), ha analizzato campioni prelevati da 12 pazienti con vaiolo delle scimmie seguiti dall’ospedale spagnolo. In tutti i pazienti, è stato riscontrato il Dna del virus nella saliva, talvolta con una carica virale alta; in 11 pazienti su 12 il Dna del virus era presente nel tampone rettale, in 10 su 12 in quello naso-faringeo, in 9 su 12 nelle urine, in 8 su 12 nelle feci, in 7 su 9 nel liquido seminale (in 3 soggetti non è stato seguito questo esame). Fino a oggi la principale via di trasmissione dell’infezione era stata considerata il contatto con le lesioni infette.