Radioterapia stereotassica Hyper Arc contro tumore cerebrale a Bergamo

Eseguito il primo intervento con tecnica di radioterapia stereotassica Hyper Arc. In Italia sono meno di una decina i centri che la utilizzano per il trattamento dei tumori cerebrali con metastasi. La modalità di irradiazione consente un’estrema precisione. Bersagli tumorali complessi o multipli possono essere irradiati con un notevole risparmio di tessuti sani. Rispetto ad altre metodiche pure evolute, Hyper Arc garantisce meno disagi per il paziente, grazie alla riduzione del numero di sedute e del tempo necessario per ogni singolo trattamento.

In particolare, l’intervento eseguito il 20 gennaio scorso al Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha riguardato un paziente già in cura per metastasi cerebrali. Il trattamento è durato in totale 12 minuti, contro i 40-60 che sarebbero stati necessari per ciascun bersaglio ricorrendo alle tecniche tradizionali che impiegano acceleratori lineari più obsoleti. Grazie al nuovo acceleratore lineare, attivo da agosto 2020 presso l’Ospedale di Bergamo, sono stati colpiti contemporaneamente 3 bersagli tumorali all’interno del cranio del paziente, con elevate dosi di radiazioni ionizzanti ad alta energia. Le tecniche per erogare la Radioterapia Stereotassica encefalica o Radiochirurgia (SRS) non costituiscono una novità, ma l’impiego della modalità Hyper Arc è un’ulteriore evoluzione della metodica.

È già stato avviato lo studio del piano di cura per estendere ad altri pazienti il trattamento con Hyper Arc al Papa Giovanni. L’équipe medica della Radioterapia ha infatti selezionato e preparato i primi casi che possono trarre beneficio dall’eventuale ricorso alla radioterapia stereotassica con questa modalità. L’Unità di Fisica Sanitaria, diretta da Stefano De Crescenzo, ha permesso di implementare la tecnica dopo le misure sull’acceleratore e i controlli degli avanzati algoritmi che caratterizzano il software di pianificazione dosimetrica. Il personale Tecnico Sanitario di Radiologia Medica è stato coinvolto nell’aggiornamento dell’acceleratore lineare, nel suo approntamento e curando l’esecuzione dell’intervento di radioterapia. Fondamentale è stata la cooperazione di tutto il personale medico, fisico, tecnico e infermieristico della Radioterapia che, da gennaio 2020, si è reso disponibile a riorganizzare l’intera articolazione del lavoro per garantire le prestazioni con due sole macchine, anziché tre, per favorire l’installazione della nuova apparecchiatura. Il nuovo acceleratore lineare (LINAC) è stato acquistato grazie a un finanziamento di Regione Lombardia, che ha messo a disposizione 3milioni di euro complessivi, tra costi di acquisto e installazione. Il suo evoluto sistema di gestione permette tra l’altro di estendere i casi per i quali è possibile fare ricorso alla radioterapia stereotassica. “L’avvio di Hyper Arc al Papa Giovanni porta un beneficio concreto ai nostri pazienti che necessitano di radioterapia stereotassica, soprattutto a quelli che presentano bersagli tumorali multipli o casi di maggiore complessità”, dichiara Luigi Franco Cazzaniga, direttore della Radioterapia dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo. “La metodica permette ancora più risparmio dei tessuti sani, grazie alla sua estrema precisione e alla riduzione delle sedute di trattamento. Poter concentrare i trattamenti in un’unica seduta o in poche permette inoltre, in alcuni selezionati casi, di ridurre il disagio per il paziente: meno accessi in Ospedale, meno spostamenti per seguire il ciclo di terapie e minor permanenza sul lettino di trattamento.”

Al Papa Giovanni il nuovo LINAC opera insieme ad altri due, anch’essi di fascia elevata, per trattamenti a fasci esterni (EBRT), in grado di consentire quasi tutte le tecniche di alta precisione ed accuratezza, e di un LINAC mobile per la Radioterapia Intraoperatoria (IORT), collocato in una sala chirurgica. Sono circa 1.800 i nuovi casi ogni anno che sono sottoposti a prima valutazione radioterapica, di questi più di 1.000 sono accettati per effettuare un ciclo di trattamento. “L’aggiornamento tecnologico ci permette di avviare tecniche sempre più efficaci e sicure per i nostri pazienti”, dichiara Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII. “Per un ospedale come il nostro, centro di riferimento non più solo provinciale per la diagnosi e la cura di neoplasie negli adulti e nei bambini, è stato fondamentale dotarsi di attrezzature tecnologiche all’avanguardia nel trattamento di tumori così complessi. Ma le tecniche innovative non sono realizzabili senza l’expertise, cioè una consolidata pratica clinica e personale specializzato e costantemente aggiornato. Ringrazio i nostri professionisti che, anche in questa occasione, hanno dimostrato che i risultati si ottengono impegnandosi e facendo squadra, anche nei momenti più difficili.”