Cisiamo. Addio sonno. Così come sapori e profumi. Tutta colpa della rinite e di quel naso chiuso che non perdona. Un fastidio di poco conto? Bisognerebbe chiederlo a quel folto gruppo di rinitici, più di un terzo di chi è affetto da questo problema, che per colpa della congestione nasale riduce anche del 40% le performance scolastiche e lavorative (lo dice il Progetto-Aria). Un problema che affligge sempre più italiani. Ma “stappare la vita” adesso si può. E senza danneggiare la mucosa nasale. Oggi, infatti, è a disposizione una nuova terapia d’attacco, una compressa 2 in 1: desloratadina, antistaminico di seconda generazione che non dà problemi di sonnolenza, e pseudoefedrina solfato, decongestionante per liberare il naso. In poche ore, e per un periodo massimo di cinque giorni, ci si libera di questo sintomo.
“Le malattie allergiche colpiscono 30 italiani su 100, più che raddoppiate in meno di 30 anni. I pazienti con la rinite si lamentano spesso per la congestione nasale – dice Oliviero Rossi, allergologo SOD immunoallergologia Azienda Universitaria Careggi di Firenze – perché pur non essendo un sintomo grave incide fortemente sulla qualità della vita e, in particolare, sul rendimento durante il giorno. Basti pensare che negli Stati Uniti è stato evidenziato che i disturbi del sonno legati alla rinite allergica condizionano fortemente le performance lavorative; infatti, la rinite allergica è al primo posto tra le cause di assenteismo dal lavoro. Ma è un sintomo che non viene socialmente riconosciuto, sembra sempre che i rinitici esagerino. Così si è spinti a cercare una soluzione rapida come i decongestionanti nasali che insieme ad un sollievo immediato dei sintomi associati alla rinite potrebbero innescare dipendenza: più si usano e più si sente il bisogno di doverli usare, provocando talvolta danni anche seri alla mucosa nasale. Ecco perché la compressa 2 in un 1 può rappresentare una buona soluzione, in particolare in quei pazienti in cui domina la congestione nasale. Studi clinici rigorosi hanno evidenziato che la terapia d’attacco con desloratadina (antistaminico di seconda generazione che non dà problemi di sonnolenza) e di pseudoefedrina solfato (decongestionante), presa per un massimo di 5 giorni è efficace e non provoca effetti collaterali significativi. Occorre tuttavia ricordare che si deve sempre chiedere consiglio al medico sulla necessità di eseguire gli opportuni accertamenti allergologici per impostare un’adeguata terapia di ‘fondo’ della rinite allergica.”
Nessun rinitico è al sicuro: a causa dei cambiamenti climatici le riniti non seguono più il calendario e così le stagioni dei pollini sono più lunghe, ci sono rifioriture impreviste; di conseguenza i sintomi durano più a lungo. Attenzione anche ai temporali primaverili ed estivi che invece di dare sollievo sono nemici degli allergici in quanto “frantumano” i granuli dei pollini facilitando l’insorgenza dei sintomi.
“Oggi sappiamo bene che la rinite può essere in agguato anche quando non ce l’aspettiamo – prosegue Rossi – soprattutto nei casi in cui il paziente risulti allergico a più sostanze. E così oltre ai pollini, per esempio, attenzione alla polvere soprattutto quando con l’avvicinarsi delle vacanze si riaprono le case al mare restate chiuse per mesi. Bisogna sempre portare con sé la terapia. Attenzione: non si deve far confusione tra spray decongestionanti che, come abbiamo detto, provocano sì immediato sollievo ma anche dipendenza e danni alla mucosa nasale e gli spray terapeutici. Sempre di più si usa questa via di somministrazione per terapie a base di corticosteroidi ‘locali’ con scarsissimo assorbimento e quindi ben tollerati. Tra l’altro si tratta di farmaci che non provocano danni alla mucosa nasale. Anzi, ogni spruzzo contiene la giusta dose di farmaco e l’erogatore (device) è studiato per consentire la corretta assunzione.”