La carenza del testosterone non solo sarebbe responsabile della diminuzione del desiderio sessuale e dell’impotenza, della riduzione della potenza muscolare e dell’affaticamento, dell’aumento di peso e dell’innalzamento del colesterolo, della diminuzione dell’attenzione, dell’osteoporosi, di malattie cardiovascolari, ma anche del diabete, come risulta da recenti ricerche scientifiche che saranno pubblicate sul prossimo numero di Cell Metabolism.
I ricercatori della Tulane University di New Orleans, Stati Uniti, oltre a dimostrare che gli uomini con bassi livelli di testosterone sono a maggior rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, hanno compreso in che modo l’ormone maschile aiuta a regolare la glicemia. Gli studiosi hanno analizzato due gruppi di topolini; il primo comprendeva dei topi maschi modificati per privare le loro cellule beta pancreatiche del recettore del testosterone; il secondo, al contrario, presentava regolarmente i recettori a livello delle cellule beta. Tutti gli animali di laboratorio sono stati alimentati con una dieta ricca di grassi e zuccheri. Contemporaneamente è stata valutata la loro risposta al glucosio: rispetto ai topi normali del gruppo di controllo, i topi senza recettori del testosterone sviluppavano minore secrezione di insulina, che è causa di diabete.
Ulteriori esperimenti su cellule umane e di cavie coltivate in laboratorio hanno dimostrato che il testosterone amplifica l’impatto del glucagone-like peptide-1 (GLP-1), ormone rilasciato dall’intestino dopo i pasti, che stimola la produzione di insulina e utilizzato come trattamento del diabete. Allo stesso tempo, l’effetto del testosterone sulla produzione di insulina potrebbe essere abolito inibendo il GLP-1.