Il sistema privato precede quello pubblico, soprattutto con l’eccellenza della cardiochirurgia. È questa la fotografia sullo stato di salute del sistema sanitario nazionale, secondo il Rapporto sulla Qualità degli Outcome Clinici negli Ospedali Italiani, realizzato da Agenas, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, e Aiop, Associazione Italiana Ospedalità Privata. Il documento, recentemente presentato a Milano, è stato predisposto grazie al volume di dati del 2021 raccolti dal Programma Nazionale Esiti. Obiettivo, procedere a una valutazione delle prestazioni delle strutture ospedaliere, evidenziandone punti di forza e carenze per quanto riguarda efficacia, appropriatezza, equità di accesso e sicurezza delle cure garantite dal Sistema sanitario nazionale, prendendo in esame 7 aree cliniche:
- Sistema cardiocircolatorio;
- Sistema nervoso;
- Sistema respiratorio;
- Chirurgia generale;
- Chirurgia oncologica;
- Gravidanza e parto;
- Sistema osteo-muscolare.
Dal rapporto emerge uno scenario dominato dall’assenza di valori medi, dove a numerose situazioni di eccellenza si contrappongono contesti sanitari di qualità bassa o molto bassa, tanto nel settore pubblico quanto in quello privato. Quest’ultimo però svetta per quanto concerne il sistema cardiocircolatorio, dove il 65% delle cliniche private riporta un elevato livello di aderenza agli standard di qualità, a fronte del 47% delle strutture pubbliche. Discorso analogo per l’area nervosa, dove gli ospedali statali che offrono un’assistenza di livello basso o molto basso sono uno su cinque, il doppio dei privati. Quanto alla chirurgia generale e a quella oncologica le prestazioni sono sovrapponibili, mentre il pubblico affonda nel settore respiratorio (14% contro 56% di livelli sopra la media), ottenendo però la sua riscossa nella branca gravidanza e parto, dove il 47% delle sue strutture fa segnare risultati eccellenti a fronte di performance private al di sotto della sufficienza in più di 1 caso su 2.
“È fondamentale che un ente terzo come quello che rappresento possa misurare in termini oggettivi la qualità del Sistema sanitario italiano”, dichiara il direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan. “La sanità è finalmente tornata al centro del dibattito pubblico e dell’azione di governo; le risorse ci sono”, dichiara. “Basti pensare che nella bozza della nuova legge di bilancio sono previsti stanziamenti per 2miliardi. Il problema è che mancano medici e professionisti, e questa tendenza non sarà invertita prima di almeno un paio di anni, durante i quali verranno presumibilmente erogati nuovi fondi.” Mantoan ha poi fatto il punto sulle nuove priorità da sviluppare in entrambi gli ambiti, individuando nella telemedicina e nel teleconsulto “la nuova frontiera, soprattutto per quanto riguarda la cura delle patologie croniche”.
“Non si tratta di fare una gara”, afferma la presidente di Aiop, Barbara Cittadini. ‘L’aspetto più importante che emerge da questo studio è la volontà di costruire un sistema di formazione degli operatori sanitari – medici e non – che accresca le prestazioni cliniche del sistema nazionale nella sua globalità. L’obiettivo è garantire ai cittadini prestazioni di qualità sia in ambito privato che pubblico.”