
Solo 1 paziente su 3, dopo un infarto o un intervento cardiochirurgico, accede alla riabilitazione cardiovascolare. Eppure, seguire un percorso di questo tipo diminuisce la mortalità e la probabilità di un nuovo ricovero del 30%. Non solo: la riabilitazione migliora in generale la qualità della vita ed è particolarmente efficace nel risolvere tutta una serie di problemi e di dolori cronici. A fare il punto sulla cardiologia riabilitativa di domani, con analisi, proposte e suggerimenti, saranno gli esperti del Gemelli Molise nel sesto appuntamento del percorso Insieme in Salute, martedì 13 aprile 2021 alle 16:30. L’incontro Insieme in Forma – La Fisioterapia del Cuore verrà trasmesso in diretta streaming sul sito di Gemelli Molise e sulla pagina Facebook. Tutti potranno partecipare e interagire con i relatori, facendo domande attraverso i commenti social.
La riabilitazione cardiovascolare dopo un infarto o un intervento di cardiochirurgia, per esempio un bypass o la sostituzione di una valvola cardiaca, riduce del 30% la mortalità. “Grazie alla riabilitazione cardiologica, finalizzata al recupero clinico, funzionale e psicologico dei pazienti che hanno avuto un evento cardiologico non letale, possiamo ridurre i sintomi legati alla patologia, migliorare la capacità funzionale e ridurre il rischio di nuovi eventi cardiovascolari”, dichiara il prof. Massimo Massetti, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari Gemelli Molise. “È particolarmente indicato, perciò, per tutti quei pazienti colpiti da infarto del miocardio, scompenso cardiaco oppure con disturbi funzionali dopo intervento cardio-chirurgico.”
L’obiettivo non è soltanto fare esercizi adattati per mantenere una buona funzionalità cardiovascolare, ma seguire il paziente a 360° dopo l’evento: la riabilitazione è un percorso multidisciplinare attraverso cui valutare a fondo le caratteristiche per impostare la giusta prevenzione secondaria e fornire un supporto psicologico. La cardiologia riabilitativa è di fatto un mezzo anche per seguire il paziente dopo un problema cardiovascolare per ridurre il rischio che si ripresenti.