Gli effetti benefici del movimento nella sindrome metabolica, con lo sport e la prevenzione che rappresentano fattori indispensabili per arginare le malattie del fegato e assistere nel miglior modo possibile i pazienti epatopatici. È quanto discusso da docenti universitari e specialisti del Campus Bio-Medico di Roma nel corso della V edizione del progetto Run for Liver, organizzato dall’Unità Operativa Complessa di Medicina Clinica e Epatologia della Fondazione Policlinico Campus Bio-Medico, con l’obiettivo di comunicare l’importanza di un corretto stile di vita basato su una sana alimentazione e un’attività fisica costante nella prevenzione primaria e secondaria dei danni legati al sovrappeso.
Durante i lavori è emerso come la corsa comporti per il fisico molteplici benefici, tonifichi il corpo e la mente e aiuti l’organismo a rimanere in equilibrio. Il fegato, insieme a cuore, reni e cervello, costituisce uno degli organi vitali e nobili del nostro corpo e per garantirne un corretto funzionamento è opportuno soprattutto limitare il più possibile gli eccessi. Sul tema si sono tenute delle specifiche relazioni mediche, cui sono seguite una parte pratica che ha illustrato tecniche di corsa e camminata e consulti medici gratuiti. È stato inoltre possibile passeggiare e correre esplorando la Riserva Naturale di Decima Malafede, nei pressi del Campus, guidati da coach esperti e volontari.
“La conoscenza scientifica e la sua divulgazione sono strumenti fondamentali al servizio della società e per migliorare la qualità della vita”, dichiara Domenico Mastrolitto, direttore generale di Campus Bio-Medico SpA. “Oggi ne abbiamo avuto evidenza concreta e, grazie al progetto Run for Liver, sono stati affrontati con diverse competenze temi di grande importanza e impatto sociale: la prevenzione e il benessere, l’alimentazione e la dieta salutare, lo sport e il corretto movimento, la sensibilizzazione per le malattie epatiche e i correlati aspetti farmacologici. Il tutto in un contesto felice in cui a fare da protagonista insieme a studenti, medici, docenti, cittadini giovani e anziani, c’è stata anche la natura. Nel suo trentesimo anniversario – continua – il Campus Bio-Medico guarda al futuro attraverso il Social Green Masterplan con approccio One Health, che ci ricorda proprio che la salute della persona è strettamente connessa a quella dell’ambiente in cui viviamo.”
“L’evento di oggi sensibilizza sulla sindrome metabolica che si caratterizza per il fegato grasso e su come si possa prevenire e curare con un corretto stile di vita ed attività fisica”, dichiara Giovanni Galati, internista epatologo, maratoneta e ideatore dell’iniziativa. “Correre o camminare è una delle attività a maggior dispendio energetico, ‘democratica’ e di facile diffusione. Averlo fatto poi in un contesto naturalistico di pregio quale una Riserva Naturale incontaminata è un toccasana per anima e cervello, una vera a propria ‘corsa di consapevolezza’. La sindrome metabolica, nello specifico, può colpire sino al 30% della popolazione, e si caratterizza oltre al diabete, all’elevazione dei grassi nel sangue e sovrappeso/obesità, con il fegato grasso. Tale patologia si può guarire e prevenire con uno stile di vita attivo prediligendo le attività aerobiche come la corsa e la bicicletta, e seguendo un corretto regime nutrizionale mediterraneo.”
“Crediamo nella centralità della formazione e della ricerca scientifica e condividiamo la finalità di trasferirne i benefici sul territorio come accade in questa periferia urbana grazie al Campus Bio-Medico”, afferma Titti Di Salvo, presidente Municipio Roma IX Eur. “È anche grazie a questa iniziativa resa possibile dal contributo di medici, ricercatori e accademici che si danno risposte concrete ai temi di grande rilevanza sociale come la prevenzione e i corretti stili di vita quali fattori abilitanti di un’assistenza sanitaria sempre più integrata alla questione sociale e ambientale, in una fase post-pandemica in cui emerge la necessità di sviluppare una rinnovata capacità di ascolto. Roma Capitale continuerà a dare il suo contributo e sostenere progettualità a servizio dei cittadini, dei giovani, degli anziani e delle categorie fragili verso una sfida collettiva ed ecosistemica in cui il pubblico è al fianco del privato in un sistema che, attraverso il paradigma della Terza Missione universitaria, abbraccia una logica intergenerazionale al servizio del bene comune, dell’inclusione sociale e della valorizzazione ambientale.”