Lo sviluppo delle allergie respiratorie nei bambini e negli anziani. I consigli di Assosalute

“Nei più piccoli, l’inquinamento, i cambiamenti climatici e un’alimentazione meno variegata – che impoverisce il microbioma intestinale – hanno contribuito a un incremento del 5-10% dei casi”, dichiara il dott. Vincenzo Patella, presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica SIAAIC, direttore UOC Medicina Interna a Indirizzo Immunologico e Respiratorio Azienda Sanitaria Salerno. “Studi scientifici dimostrano che una maggiore biodiversità del microbioma aiuta a prevenire malattie croniche, incluse quelle allergiche. Per questo, l’allattamento al seno e un adeguato apporto di vitamina D giocano un ruolo chiave nella protezione dei più piccoli.”

Negli anziani l’incidenza crescente si accompagna invece a una sintomatologia spesso diversa da quella dei più giovani, con ostruzione nasale persistente e perdita dell’olfatto tra i segnali più comuni: “Anche in questa fascia d’età le allergie respiratorie sono aumentate del 5-10%”, prosegue Patella. “Una corretta gestione dei sintomi e trattamenti mirati possono migliorare sensibilmente la qualità della vita.”

ALLERGIE E FALSI MITI

“In realtà, lo sport può essere praticato senza problemi tra i soggetti che soffrono di allergie respiratorie, a patto che i sintomi siano ben controllati”, dichiara ancora Patella. “Non ci sono restrizioni particolari, se non per discipline come l’alpinismo o le immersioni subacquee, che richiedono maggiore attenzione.” Anche l’alimentazione ha un ruolo nella gestione delle allergie respiratorie: “Alcuni alimenti, come latte, glutine, uova, pesce, arachidi, frutta a guscio e persino anidride solforosa e solfiti, possono scatenare reazioni crociate nei soggetti allergici”, prosegue. “È obbligatorio che vengano riportati in etichetta proprio per la loro natura allergizzante.”

Riguardo invece alla convinzione che le allergie possano risolversi spontaneamente, Patella avverte che “se non curate, le allergie tendono a peggiorare nel tempo e gli episodi diventano sempre più frequenti e intensi”.

I CONSIGLI DI ASSOSALUTE

Ecco i consigli che l’Associazione Nazionale Farmaci di Automedicazione Assosalute, con il contributo del dott. Patella, propone per la gestione delle allergie respiratorie:

  • “Automedicazione responsabile. Intervenire tempestivamente ai primi sintomi è fondamentale. Tra i farmaci da banco più utilizzati troviamo i trattamenti antistaminici topici (come quelli nasali o oculari) o sistemici da utilizzare nei periodi di massima pollinazione, sovente associati ai farmaci prescritti dallo Specialista come il corticosteroide topico per l’ostruzione nasale. Anche l’utilizzo di farmaci antistaminici può risultare impattante sulla qualità della vita, in ragione dei loro effetti sedativi. Per ovviare a tale effetto, […] Patella suggerisce il ricorso alle preparazioni più recenti, oltre ad una valutazione caso per caso sull’opportunità della somministrazione;
  • ‘Prevenzione secondaria’. Monitorare l’ambiente per anticipare i sintomi e identificare i periodi di maggiore suscettibilità è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei soggetti allergici: questi possono oggi utilizzare delle applicazioni di tracciamento dei sintomi e valutare l’esposizione ad ambienti meno ricchi di pollini per meglio controllare la malattia;
  • Immunoterapia specifica. I vaccini antiallergici, iniziati già dall’età scolare, possono ridurre sensibilmente i sintomi e garantire benefici a lungo termine. La terapia dura da 1 a 5 anni, con effetti duraturi che persistono anche dopo la sospensione;
  • Dieta e microbioma. Un’alimentazione varia, ricca di cibi crudi, aiuta a mantenere un microbioma sano, riducendo il rischio di allergie. È anche molto importante prestare attenzione alle etichette degli alimenti e monitorare eventuali reazioni allergiche crociate;
  • Indagine preventiva. Per una prima diagnosi accurata, è consigliabile consultare inizialmente il Medico di famiglia. Se il disturbo ha un’origine allergica, è opportuno affidarsi a un Allergologo, che potrà individuare la causa e definire la terapia più adatta che, nei casi più gravi, potrebbe essere l’immunoterapia specifica.”