
Nella fecondazione in vitro con ovociti freschi donati, il più alto tasso di natalità si registra nei cicli in cui la risposta ovarica delle donatrici è maggiore di 10 ovociti recuperati per ciclo. Sono i risultati dello studio condotto da Hariton et al. e recentemente pubblicato su Fertility and Sterility. La ricerca è stata realizzata con l’obiettivo di valutare la relazione tra le caratteristiche delle donatrici di ovociti e delle riceventi, la risposta ovarica delle donatrici e il tasso di natalità a seguito della fecondazione in vitro con ovodonazione di ovociti freschi. Sono stati osservati 237 cicli consecutivi di fecondazione in vitro eterologa con ovociti freschi delle donatrici, realizzati dal 1 gennaio 2007 al 31 dicembre 2013 presso il Massachusetts General Hospital Fertility Center. L’età media delle donatrici e delle riceventi era rispettivamente di 27 e 41,4 anni. Le caratteristiche riproduttive/demografiche, i test di riserva ovarica e il picco di siero E2 durante la stimolazione ovarica era simile tra i cicli che hanno portato a bambini nati vivi e quelli che non hanno ottenuto risultati. I tassi per l’impianto complessivo, la gravidanza clinica, la natalità per ciclo iniziato sono stati, rispettivamente, di 40,5%, 60,8% e 54,9%. La più alta probabilità di natalità è stata osservata nei cicli in cui il numero di ovociti recuperati è stato superiore ai 10.
“Il rapporto tra risposta ovarica ed esito del ciclo di procreazione medicalmente assistita è oggetto di dibattito da circa due decenni”, afferma il prof. Antonio Pellicer, Presidente IVI e condirettore di Fertility and Sterility. “Nel corso degli anni noi di IVI abbiamo osservato come, per un buon esito della ovodonazione, sia necessario raccogliere almeno 10 ovociti; nella pratica clinica dei nostri centri, generalmente, cerchiamo di raggiungere un numero compreso tra i 9 e i 15 ovociti.”