
La gestione di un paziente affetto da tumore dovrebbe essere affidata a un’équipe multidisciplinare più che al singolo specialista, non solo per la complessità intrinseca delle patologie neoplastiche, ma anche per le implicazioni che le terapie antitumorali hanno per l’organismo nel suo complesso. Sono farmaci la cui gestione è problematica: è infatti necessario che abbiano un certo grado di tossicità affinché siano efficaci, ma questo determina una serie di effetti collaterali per il paziente, e questi vanno seguiti attentamente, poiché potrebbero essere degli indicatori di un superamento dei livelli di tossicità tollerabili dall’organismo. Di particolare interesse sono gli effetti collaterali che si manifestano a livello cutaneo. In Europa è stata creata la figura dell’onco-dermatologo, con competenze di dermatologia, farmacodinamica e farmacocinetica delle terapie antitumorali. Gli effetti collaterali visibili a livello cutaneo sono tantissimi, sia nella chemioterapia che nella target therapy, e purtroppo nemmeno le terapie immunoncologiche di nuova generazione ne sono prive. I più comuni e immediatamente riconoscibili sono perdita di capelli, eritemi, rash cutanei e manifestazioni bollose. Non vanno mai sottovalutati o considerati banalmente come “conseguenze inevitabili” della terapia, sono spie da tenere sotto lo stretto controllo di professionisti competenti. La cura della pelle insomma può essere determinante, e per questo motivo in una visione globale della presa in carico del paziente oncologico scende in campo la medicina estetica. L’ambulatorio di medicina estetica dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma è in questo senso stato un precorritore dei tempi, offrendo alle donne affette da tumore percorsi personalizzati per migliorare proprio l’aspetto della cute. “Si sta aprendo un importante filone della medicina estetica che viene chiamato ‘medicina estetica sociale’ e prevede l’utilizzo di terapie di medicina estetica in pazienti che stanno affrontando terapie oncologiche oppure si trovano sotto dialisi”, afferma il professor Emanuele Bartoletti, presidente SIME. “Abbiamo potuto constatare come anche la sola prescrizione cosmetica possa alleviare la condizione del paziente, evitando complicanze che potrebbero addirittura portare all’interruzione della terapia inoltre una volta superato il periodo della terapia (destabilizzante sia dal punto di vista fisico che mentale) è la ripresa della vita di tutti i giorni viene resa più semplice se si percepisce positivamente il proprio aspetto.”