Ottenuta anche in Italia l’indicazione d’uso di tiotropio Respimat® come trattamento broncodilatatore aggiuntivo di mantenimento in pazienti asmatici adulti in terapia con l’associazione ICS (corticosteroidi per via inalatoria) e LABA (β2 agonisti a lunga durata d’azione) che hanno manifestato una o più riacutizzazioni gravi nel corso dell’ultimo anno. Il nuovo farmaco è un broncodilatatore anticolinergico per via inalatoria a lunga durata d’azione, già approvato per il trattamento della BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), che viene somministrato attraverso l’inalatore Respimat®, caratterizzato da un meccanismo di erogazione unico, che produce una fine nebulizzazione, grazie al quale è sufficiente una normale inspirazione per far sì che il principio attivo raggiunga i polmoni in profondità.
L’asma è una malattia cronica potenzialmente grave che può essere controllata ma non curata; provoca sintomi quali dispnea, fiato corto, senso di costrizione toracica e tosse, che variano nel tempo sia come frequenza, che intensità. Causa iperreattività bronchiale e un accelerato declino della funzionalità respiratoria, che possono evolvere, in alcuni casi, in una ostruzione irreversibile delle vie aeree. I sintomi possono essere attivati o peggiorati da fattori come le infezioni virali, allergeni, fumo di tabacco, l’esercizio fisico e lo stress.
L’OMS stima che nel mondo ci siano oltre 235 milioni di pazienti affetti da patologia asmatica. In Italia ci sono oltre 3 milioni di asmatici di cui 300.000 gravi. Secondo il Rapporto OSMED 2015, la prevalenza di asma nella popolazione assistibile è risultata pari al 7,2%. Tali tassi di prevalenza sono risultati maggiori al Sud e nelle isole, rispetto al Centro e al Nord, sia per l’asma (8,9%), sia per la BPCO (3,8%). L’asma è stata diagnosticata maggiormente nelle donne (7,8% donne vs. 6,5% uomini) e ha presentato una prevalenza abbastanza uniforme tra le diverse fasce d’età (con un tasso più elevato tra i soggetti con meno di 45 anni).
L’approccio terapeutico raccomandato dalle Linee Guida GINA si basa su una strategia a “step” che tiene conto dello stadio di gravità dell’asma e che prevede un aumento della terapia in caso di “non controllo”, con una riduzione dopo un periodo di “controllo stabile”. Gli obiettivi a lungo termine della gestione dell’asma sono il controllo dei sintomi per poter mantenere normali livelli di attività, nonché la riduzione del rischio di peggioramento. Questo è un fattore essenziale per ridurre al minimo il rischio futuro di riacutizzazioni e un progressivo declino della funzione polmonare.
“Nell’asma il controllo della sintomatologia è un elemento fondamentale, sia per le possibili conseguenze, quali riacutizzazioni e decadimento funzionale, sia per il forte impatto che la patologia stessa ha sulla qualità della vita del paziente”, dichiara il prof. Walter Canonica, Responsabile del Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergologia presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. “Nella comunità medico-scientifica, infatti, negli ultimi anni è aumentata la coscienza che tutti gli interventi utilizzati devono portare alla massima riduzione dei sintomi della patologia. Tuttavia dati nazionali ed internazionali, mettono in evidenza che, oltre il 50% dei pazienti asmatici non è ‘controllato’, con limitazioni nello svolgimento delle proprie attività quotidiane e decadimento della funzione respiratoria. Questo può dipendere da diversi fattori, tra cui la mancata aderenza alla terapia, ma anche da cause intrinseche alla malattia stessa. Vi sono, infatti, soggetti in cui, nonostante la corretta prescrizione e assunzione della terapia continuano ad essere sintomatici. In questi casi – conclude Canonica – diventa necessario un intervento ‘add-on’ alla terapia di base con ICS + LABA, che oggi può essere rappresentato da tiotropio.”